sabato 30 dicembre 2017

Ah, il gravissimo terrorismo delle chiacchiere!


Come ogni Natale gli islamici che seguono alla lettera gli insegnamenti di Maometto, che predica il terrore per i nemici di Allah, hanno attaccato le chiese copte. Non si tratta solo di attacchi terroristici compiuti da jahdisti "specializzati", la tradizione di assaltare chiese è condivisa anche da gente semplice. Ad esempio  a Giza, poco prima di natale, una folla di musulmani ha assaltato una chiesa per vandalizzarla e distruggerla. Non gente venuta da fuori, ma i "vicini" della minoranza cristiana copta.

Non ho mai sentito papa Francesco criticare apertamente i terroristi musulmani, difendendo i copti cristiani e condannando, con nome e cognome, gli assalitori e la cultura e religione che nutre il terrorismo. Anzi, ha più volte riabadito che anche i cattolici hanno i loro fondamentalisti, anche se in effetti non ho mai sentito di folle di cristiani che attaccano moschee gridando alleluia.

Però papa Francesco condanna con grande veemenza un'altra forma di terrorismo: il pettegolezzo. proprio mentre i copti devono subire gli assalti della religione della pace, i cristiani mediorientali vengono spazzati via dalla loro terra d'origine e nei paesi cosiddetti islamici moderati come il Marocco viene praticata la discriminazione di Stato nei confronti dei non musulmani, il papa per l'enensima volta ribadisce la sua ferma condanna delle chiacchiere come gravissima forma di terrorismo:


"Voi avete sentito cosa dico delle chiacchiere: il chiacchierone è un terrorista, perché fa come i terroristi: butta la bomba, se ne va, la bomba esplode e danneggia tanti altri, con la lingua, quella bomba. Non fare terrorismo! Non fare il terrorismo delle chiacchiere, per favore. "

I musulmani stiano tranquilli, i copti si arrangino. Maometto non verrà mai criticato dal papa per avere ispirato i continui attacchi di terrorismo e violenza che da quattordici secoli hanno decimato le popolazioni cristiane sottomesse e oppresse dall'Islam. In compenso parole di fuoco contro il gossip!

martedì 5 dicembre 2017

Il papa elogia il Bangladesh



Leggo dal sito Duc in Altum il resoconto dell'intervista dettagliata nel volo di ritorno dal Bangladesh:

"Proprio a proposito dei rohingya, Francesco ha fatto un’affermazione che apre un altro problema. Accennando presumibilmente ai terroristi rohingya (ovvero all’ARSA, Arakan Rohingya Salvation Army, organizzazione responsabile di attentati contro le postazioni della polizia del Myanmar), ha sostenuto che i rohingya sono «gente di pace» e che «questi che si sono arruolati nell’Isis, benché siano rohingya, sono un gruppetto fondamentalista piccolino»
 ...
Circa i collegamenti tra i rohingya e il terrorismo Francesco ha poi detto:  «Come in tutte le etnie e tutte le religioni, c’è sempre anche un gruppo fondamentalista. Anche noi cattolici ne abbiamo».

 Il papa elogia il Bangladesh: un esempio per tutti:

"Dopo tanti contatti col governo e con la Caritas, il governo ha permesso ai Rohingya di viaggiare, è lui che li protegge e dà loro ospitalità, e quello che fa il Bangladesh per loro è grande, è un esempio di accoglienza. Un paese piccolo povero che ha ricevuto 700mila persone… Penso ai Paesi che chiudono le porte!"

Nella classifica di Porte Aperte, (Filiale italiana di Opendoors, organizzazione che si occupa di persecuzione della cristiani nel mondo) il Bangladesh è il 26 nella classifica mondiale dei paesi persecutori  di cristiani, con trend in aumento, in una categoria di persecuzione "Molto elevata", in compagnia di altri paesi islamici noti per l'intolleranza e il fanatismo come Arabia Saudita, Libia , Egitto, Palestina. Ma per il papa non conta. Il suo scopo è proporsi come papa di tutti, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, e dire le cose sgradevoli ai musulmani può disturbare il suo obiettivo. Tanto peggio per i cristiani.


Sul fatto che il terrorismo islamico sia per papa Francesco un fatto irrilevante, da non tenere in conto perchè c'è anche il terrorismo cristiano (sono infatti cristiani quelli che vanno in giro con i camion ad investire gli infedeli), il papa ha  avuto modo di  approfondire qual è la forma di terrorismo veramente pericolosa: LE CHIACCHIERE!

«Ieri abbiamo ringraziato Dio per l’esempio che dà il Bangladesh nel dialogo interreligioso» ha detto Francesco, citando tra gli applausi la frase pronunciata dal cardinale Jean-Louis Tauran, che nel 2010 aveva definito questo Paese il migliore esempio di armonia nel dialogo interreligioso. «Facciamo il contrario nel dialogo interno alla nostra fede, alla nostra confessione cattolica, alle nostre comunità? Anche in questo il Bangladesh deve essere esempio di armonia! Ci sono molti nemici dell’armonia, tanti! Mi piace menzionarne uno che basta come esempio: qualcuno mi può criticare perché sono ripetitivo in questo. Però per me è fondamentale: il nemico dell’armonia in una comunità religiosa è lo spirito delle chiacchiere!». 

Quindi, se uccidete un infedele perché non crede nel vostro profeta o crede in modo che a voi non piace, non siete veramente responsabili, tanto fanno un po' tutti così, mal comune mezzo gaudio, siamo tutti colpevoli. Se invece chiacchierate, allora il peccato è imperdonabile.

Prosegue infatti il papa:
Quello che distrugge una comunità è parlare male degli altri, sottolineare i difetti dell’altro, ma non dirli a lui, dirli a un altro, e così creare un ambiente senza pace con divisione. Mi piace definire questo spirito delle chiacchiere come terrorismo. Perché quello che va a parlare male di un altro, non lo dice pubblicamente. Perché il terrorista non dice pubblicamente: sono un terrorista! Quello che va a parlare male di un altro, tira la bomba e se ne va. E la bomba distrugge, lui va tranquillo a tirare un’altra bomba. Quando avete voglia di parlar male di un altro, mordetevi la lingua… Così non farete danno ai vostri fratelli e sorelle». 

Soprattutto se l'oggetto della critica è lui, papa Francesco, che detesta il parlare chiaro e il confronto, ma finge di esortare alla parresia e al  dialogo. Sempre che gli si dia ragione, però.

domenica 3 dicembre 2017

Il Papa afferma il contrario di San Pietro

Papa Francesco dà il meglio (o il peggio) di sè nelle interviste estemporanee in aereo. In queste circostanze ciò che dice spesso è più vicino a ciò che pensa veramente e rende più comprensibili i suoi atti da Papa. Dal ritorno dal viaggio in Birmania ha risposto così alla domanda che gli è stata posta sull'evangelizzazione;
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Domanda: C'è opposizione fra evangelizzare e dialogo interreligioso? Qual è la priorità, evangelizzare o dialogare per la pace?

 Bergoglio: "Prima distinzione. Evangelizzare non è fare proselitismo. La Chiesa cresce non per proselitismo ma per attrazione, cioè per testimonianza, lo ha detto Benedetto XVI. Evangelizzare è testimoniare come vivere il Vangelo e in questa testimonianza ci sono conversioni. Ma noi non siamo entusiasti di fare subito le conversioni. Se vengono, si parla, per cercare che sia la risposta a qualcosa che lo Spirito ha mosso nel cuore davanti alla testimonianza del cristiano. Nel pranzo coi giovani a Cracovia uno mi ha chiesto: cosa devo dire a un compagno di università amico bravo ma che è anche ateo? Cosa devo dirgli per cambiarlo, per convertirlo? La risposta è stata questa: l'ultima cosa che devi fare è dire qualcosa. Tu vivi il tuo Vangelo e se lui ti domanda perché gli puoi spiegare perché lo fai e lascia che lo Spirito Santo lo attiri. Questa è la forza: la mitezza dello Spirito Santo. Non è un convincere mentalmente con spiegazioni apologetiche. Noi siamo testimoni del Vangelo. Il proselitismo non è Vangelo".
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Con queste affermazioni il papa non solo non è più cattolico, ma non è neppure cristiano.

Cosa dice il Vangelo in proposito?
Gesù dà il mandato di andare per il mondo, predicare il vangelo e battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Non di Allah, di Budda, di Baal o di Zeus. Non dice di dialogare in nome dell'amore, creare armonia fra le varie religioni, invitare i vari leaders religiosi a fare dichiarazioni comuni, e tutti assieme spargere l'oppio delle religioni fra i popoli.

Cosa dicono gli apostoli, in particolare San Pietro, di cui il papa dovrebbe essere il successore?
La Prima Lettera di Pietro tratta esplicitamente il tema, e dice l'esatto opposto di quanto afferma l'antimagistero di Bergoglio.

"Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto,  con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.  È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male."

"pronti sempre a rispondere" alla lettera: pronti sempre all'apologia

Penso che si possano fare due ipotesi:
  1. O il Papa è talmente ignorante che non ha mai letto la Lettera di Pietro (e ne occupa la cattedra!!). Può darsi, se vediamo gli uomini che si è scelto come Mons Galantino, che ha cooptato a segretario della Cei, il quale ha fatto una predica in cui si affermava che Sodoma non è mai stata distrutta.
  2. Oppure non crede più al Vangelo e alla Scrittura. Anche questa è un'ipotesi possibile, dato che ha promosso a generale dei gesuiti Sosa, che  ha affermato pubblicamente che crede in ciò che dice Bergoglio ma non alla parola di Gesù, perché non c'erano registratori all'epoca.
 In cosa crede Bergoglio? 
 Non si capisce bene e neppure interessa più di tanto. E' certo che non crede nel Vangelo e nella parola degli apostoli.
Il rifiuto della missione della chiesa e della ragionevolezza della fede mi sembra ancora più grave delle sue noticine ambigue sulle sue pseudoencicliche. Andrebbe corretto immediatemente anche su questo punto.