martedì 5 dicembre 2017

Il papa elogia il Bangladesh



Leggo dal sito Duc in Altum il resoconto dell'intervista dettagliata nel volo di ritorno dal Bangladesh:

"Proprio a proposito dei rohingya, Francesco ha fatto un’affermazione che apre un altro problema. Accennando presumibilmente ai terroristi rohingya (ovvero all’ARSA, Arakan Rohingya Salvation Army, organizzazione responsabile di attentati contro le postazioni della polizia del Myanmar), ha sostenuto che i rohingya sono «gente di pace» e che «questi che si sono arruolati nell’Isis, benché siano rohingya, sono un gruppetto fondamentalista piccolino»
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Circa i collegamenti tra i rohingya e il terrorismo Francesco ha poi detto:  «Come in tutte le etnie e tutte le religioni, c’è sempre anche un gruppo fondamentalista. Anche noi cattolici ne abbiamo».

 Il papa elogia il Bangladesh: un esempio per tutti:

"Dopo tanti contatti col governo e con la Caritas, il governo ha permesso ai Rohingya di viaggiare, è lui che li protegge e dà loro ospitalità, e quello che fa il Bangladesh per loro è grande, è un esempio di accoglienza. Un paese piccolo povero che ha ricevuto 700mila persone… Penso ai Paesi che chiudono le porte!"

Nella classifica di Porte Aperte, (Filiale italiana di Opendoors, organizzazione che si occupa di persecuzione della cristiani nel mondo) il Bangladesh è il 26 nella classifica mondiale dei paesi persecutori  di cristiani, con trend in aumento, in una categoria di persecuzione "Molto elevata", in compagnia di altri paesi islamici noti per l'intolleranza e il fanatismo come Arabia Saudita, Libia , Egitto, Palestina. Ma per il papa non conta. Il suo scopo è proporsi come papa di tutti, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, e dire le cose sgradevoli ai musulmani può disturbare il suo obiettivo. Tanto peggio per i cristiani.


Sul fatto che il terrorismo islamico sia per papa Francesco un fatto irrilevante, da non tenere in conto perchè c'è anche il terrorismo cristiano (sono infatti cristiani quelli che vanno in giro con i camion ad investire gli infedeli), il papa ha  avuto modo di  approfondire qual è la forma di terrorismo veramente pericolosa: LE CHIACCHIERE!

«Ieri abbiamo ringraziato Dio per l’esempio che dà il Bangladesh nel dialogo interreligioso» ha detto Francesco, citando tra gli applausi la frase pronunciata dal cardinale Jean-Louis Tauran, che nel 2010 aveva definito questo Paese il migliore esempio di armonia nel dialogo interreligioso. «Facciamo il contrario nel dialogo interno alla nostra fede, alla nostra confessione cattolica, alle nostre comunità? Anche in questo il Bangladesh deve essere esempio di armonia! Ci sono molti nemici dell’armonia, tanti! Mi piace menzionarne uno che basta come esempio: qualcuno mi può criticare perché sono ripetitivo in questo. Però per me è fondamentale: il nemico dell’armonia in una comunità religiosa è lo spirito delle chiacchiere!». 

Quindi, se uccidete un infedele perché non crede nel vostro profeta o crede in modo che a voi non piace, non siete veramente responsabili, tanto fanno un po' tutti così, mal comune mezzo gaudio, siamo tutti colpevoli. Se invece chiacchierate, allora il peccato è imperdonabile.

Prosegue infatti il papa:
Quello che distrugge una comunità è parlare male degli altri, sottolineare i difetti dell’altro, ma non dirli a lui, dirli a un altro, e così creare un ambiente senza pace con divisione. Mi piace definire questo spirito delle chiacchiere come terrorismo. Perché quello che va a parlare male di un altro, non lo dice pubblicamente. Perché il terrorista non dice pubblicamente: sono un terrorista! Quello che va a parlare male di un altro, tira la bomba e se ne va. E la bomba distrugge, lui va tranquillo a tirare un’altra bomba. Quando avete voglia di parlar male di un altro, mordetevi la lingua… Così non farete danno ai vostri fratelli e sorelle». 

Soprattutto se l'oggetto della critica è lui, papa Francesco, che detesta il parlare chiaro e il confronto, ma finge di esortare alla parresia e al  dialogo. Sempre che gli si dia ragione, però.

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