sabato 30 dicembre 2017

Ah, il gravissimo terrorismo delle chiacchiere!


Come ogni Natale gli islamici che seguono alla lettera gli insegnamenti di Maometto, che predica il terrore per i nemici di Allah, hanno attaccato le chiese copte. Non si tratta solo di attacchi terroristici compiuti da jahdisti "specializzati", la tradizione di assaltare chiese è condivisa anche da gente semplice. Ad esempio  a Giza, poco prima di natale, una folla di musulmani ha assaltato una chiesa per vandalizzarla e distruggerla. Non gente venuta da fuori, ma i "vicini" della minoranza cristiana copta.

Non ho mai sentito papa Francesco criticare apertamente i terroristi musulmani, difendendo i copti cristiani e condannando, con nome e cognome, gli assalitori e la cultura e religione che nutre il terrorismo. Anzi, ha più volte riabadito che anche i cattolici hanno i loro fondamentalisti, anche se in effetti non ho mai sentito di folle di cristiani che attaccano moschee gridando alleluia.

Però papa Francesco condanna con grande veemenza un'altra forma di terrorismo: il pettegolezzo. proprio mentre i copti devono subire gli assalti della religione della pace, i cristiani mediorientali vengono spazzati via dalla loro terra d'origine e nei paesi cosiddetti islamici moderati come il Marocco viene praticata la discriminazione di Stato nei confronti dei non musulmani, il papa per l'enensima volta ribadisce la sua ferma condanna delle chiacchiere come gravissima forma di terrorismo:


"Voi avete sentito cosa dico delle chiacchiere: il chiacchierone è un terrorista, perché fa come i terroristi: butta la bomba, se ne va, la bomba esplode e danneggia tanti altri, con la lingua, quella bomba. Non fare terrorismo! Non fare il terrorismo delle chiacchiere, per favore. "

I musulmani stiano tranquilli, i copti si arrangino. Maometto non verrà mai criticato dal papa per avere ispirato i continui attacchi di terrorismo e violenza che da quattordici secoli hanno decimato le popolazioni cristiane sottomesse e oppresse dall'Islam. In compenso parole di fuoco contro il gossip!

martedì 5 dicembre 2017

Il papa elogia il Bangladesh



Leggo dal sito Duc in Altum il resoconto dell'intervista dettagliata nel volo di ritorno dal Bangladesh:

"Proprio a proposito dei rohingya, Francesco ha fatto un’affermazione che apre un altro problema. Accennando presumibilmente ai terroristi rohingya (ovvero all’ARSA, Arakan Rohingya Salvation Army, organizzazione responsabile di attentati contro le postazioni della polizia del Myanmar), ha sostenuto che i rohingya sono «gente di pace» e che «questi che si sono arruolati nell’Isis, benché siano rohingya, sono un gruppetto fondamentalista piccolino»
 ...
Circa i collegamenti tra i rohingya e il terrorismo Francesco ha poi detto:  «Come in tutte le etnie e tutte le religioni, c’è sempre anche un gruppo fondamentalista. Anche noi cattolici ne abbiamo».

 Il papa elogia il Bangladesh: un esempio per tutti:

"Dopo tanti contatti col governo e con la Caritas, il governo ha permesso ai Rohingya di viaggiare, è lui che li protegge e dà loro ospitalità, e quello che fa il Bangladesh per loro è grande, è un esempio di accoglienza. Un paese piccolo povero che ha ricevuto 700mila persone… Penso ai Paesi che chiudono le porte!"

Nella classifica di Porte Aperte, (Filiale italiana di Opendoors, organizzazione che si occupa di persecuzione della cristiani nel mondo) il Bangladesh è il 26 nella classifica mondiale dei paesi persecutori  di cristiani, con trend in aumento, in una categoria di persecuzione "Molto elevata", in compagnia di altri paesi islamici noti per l'intolleranza e il fanatismo come Arabia Saudita, Libia , Egitto, Palestina. Ma per il papa non conta. Il suo scopo è proporsi come papa di tutti, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, e dire le cose sgradevoli ai musulmani può disturbare il suo obiettivo. Tanto peggio per i cristiani.


Sul fatto che il terrorismo islamico sia per papa Francesco un fatto irrilevante, da non tenere in conto perchè c'è anche il terrorismo cristiano (sono infatti cristiani quelli che vanno in giro con i camion ad investire gli infedeli), il papa ha  avuto modo di  approfondire qual è la forma di terrorismo veramente pericolosa: LE CHIACCHIERE!

«Ieri abbiamo ringraziato Dio per l’esempio che dà il Bangladesh nel dialogo interreligioso» ha detto Francesco, citando tra gli applausi la frase pronunciata dal cardinale Jean-Louis Tauran, che nel 2010 aveva definito questo Paese il migliore esempio di armonia nel dialogo interreligioso. «Facciamo il contrario nel dialogo interno alla nostra fede, alla nostra confessione cattolica, alle nostre comunità? Anche in questo il Bangladesh deve essere esempio di armonia! Ci sono molti nemici dell’armonia, tanti! Mi piace menzionarne uno che basta come esempio: qualcuno mi può criticare perché sono ripetitivo in questo. Però per me è fondamentale: il nemico dell’armonia in una comunità religiosa è lo spirito delle chiacchiere!». 

Quindi, se uccidete un infedele perché non crede nel vostro profeta o crede in modo che a voi non piace, non siete veramente responsabili, tanto fanno un po' tutti così, mal comune mezzo gaudio, siamo tutti colpevoli. Se invece chiacchierate, allora il peccato è imperdonabile.

Prosegue infatti il papa:
Quello che distrugge una comunità è parlare male degli altri, sottolineare i difetti dell’altro, ma non dirli a lui, dirli a un altro, e così creare un ambiente senza pace con divisione. Mi piace definire questo spirito delle chiacchiere come terrorismo. Perché quello che va a parlare male di un altro, non lo dice pubblicamente. Perché il terrorista non dice pubblicamente: sono un terrorista! Quello che va a parlare male di un altro, tira la bomba e se ne va. E la bomba distrugge, lui va tranquillo a tirare un’altra bomba. Quando avete voglia di parlar male di un altro, mordetevi la lingua… Così non farete danno ai vostri fratelli e sorelle». 

Soprattutto se l'oggetto della critica è lui, papa Francesco, che detesta il parlare chiaro e il confronto, ma finge di esortare alla parresia e al  dialogo. Sempre che gli si dia ragione, però.

domenica 3 dicembre 2017

Il Papa afferma il contrario di San Pietro

Papa Francesco dà il meglio (o il peggio) di sè nelle interviste estemporanee in aereo. In queste circostanze ciò che dice spesso è più vicino a ciò che pensa veramente e rende più comprensibili i suoi atti da Papa. Dal ritorno dal viaggio in Birmania ha risposto così alla domanda che gli è stata posta sull'evangelizzazione;
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Domanda: C'è opposizione fra evangelizzare e dialogo interreligioso? Qual è la priorità, evangelizzare o dialogare per la pace?

 Bergoglio: "Prima distinzione. Evangelizzare non è fare proselitismo. La Chiesa cresce non per proselitismo ma per attrazione, cioè per testimonianza, lo ha detto Benedetto XVI. Evangelizzare è testimoniare come vivere il Vangelo e in questa testimonianza ci sono conversioni. Ma noi non siamo entusiasti di fare subito le conversioni. Se vengono, si parla, per cercare che sia la risposta a qualcosa che lo Spirito ha mosso nel cuore davanti alla testimonianza del cristiano. Nel pranzo coi giovani a Cracovia uno mi ha chiesto: cosa devo dire a un compagno di università amico bravo ma che è anche ateo? Cosa devo dirgli per cambiarlo, per convertirlo? La risposta è stata questa: l'ultima cosa che devi fare è dire qualcosa. Tu vivi il tuo Vangelo e se lui ti domanda perché gli puoi spiegare perché lo fai e lascia che lo Spirito Santo lo attiri. Questa è la forza: la mitezza dello Spirito Santo. Non è un convincere mentalmente con spiegazioni apologetiche. Noi siamo testimoni del Vangelo. Il proselitismo non è Vangelo".
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Con queste affermazioni il papa non solo non è più cattolico, ma non è neppure cristiano.

Cosa dice il Vangelo in proposito?
Gesù dà il mandato di andare per il mondo, predicare il vangelo e battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Non di Allah, di Budda, di Baal o di Zeus. Non dice di dialogare in nome dell'amore, creare armonia fra le varie religioni, invitare i vari leaders religiosi a fare dichiarazioni comuni, e tutti assieme spargere l'oppio delle religioni fra i popoli.

Cosa dicono gli apostoli, in particolare San Pietro, di cui il papa dovrebbe essere il successore?
La Prima Lettera di Pietro tratta esplicitamente il tema, e dice l'esatto opposto di quanto afferma l'antimagistero di Bergoglio.

"Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto,  con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.  È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male."

"pronti sempre a rispondere" alla lettera: pronti sempre all'apologia

Penso che si possano fare due ipotesi:
  1. O il Papa è talmente ignorante che non ha mai letto la Lettera di Pietro (e ne occupa la cattedra!!). Può darsi, se vediamo gli uomini che si è scelto come Mons Galantino, che ha cooptato a segretario della Cei, il quale ha fatto una predica in cui si affermava che Sodoma non è mai stata distrutta.
  2. Oppure non crede più al Vangelo e alla Scrittura. Anche questa è un'ipotesi possibile, dato che ha promosso a generale dei gesuiti Sosa, che  ha affermato pubblicamente che crede in ciò che dice Bergoglio ma non alla parola di Gesù, perché non c'erano registratori all'epoca.
 In cosa crede Bergoglio? 
 Non si capisce bene e neppure interessa più di tanto. E' certo che non crede nel Vangelo e nella parola degli apostoli.
Il rifiuto della missione della chiesa e della ragionevolezza della fede mi sembra ancora più grave delle sue noticine ambigue sulle sue pseudoencicliche. Andrebbe corretto immediatemente anche su questo punto.

mercoledì 15 novembre 2017

Quattro motivi della rapida diffusione dell'islam


Questo è un articolo relativo alla diffusione del primo islam. L'autore è David Wood, questo è il link all'originale in inglese:

Quattro motivi della rapida diffusione dell’islam

I musulmani spesso citano la precoce diffusione dell’islam come una prova della sua origine divina. Se è vero che storicamente l’islam si è diffuso rapidamente, tuttavia molti musulmani (e anche non musulmani) hanno una visione distorta delle cause della diffusione. Ad esempio, in una popolare opera apologetica, Mawdudi afferma che l’islam si sarebbe diffuso grazie all’eloquenza e alla forza di convinzione di Maometto:

  1. Quando Maometto iniziò a predicare il suo messaggio, suscitò grande impressione e meraviglia in tutta l’Arabia, colpita dalla sua magnifica eloquenza e oratoria. Egli fu così potente e accattivante che i suoi peggiori nemici avevano paura di sentire la sua parola, poiché essa penetrava nel profondo dei loro cuori e li trasformava facendo loro dimenticare la vecchia religione e cultura… Egli si presentò come un politico illustre, un grande condottiero, un giudice supremo e un inimitabile generale…. Una nazione, che per secoli non aveva prodotto un solo grande uomo degno di questo nome, cominciò a generare, grazie al suo influsso e alla sua guida, migliaia di anime nobili che avrebbero attraversato i quattro angoli della terra per predicare e insegnare i principi della religione, della morale e della civiltà. Egli realizzò questa impresa non con l’inganno, l’oppressione o la crudeltà, ma grazie ai suoi modi accattivanti, alla sua personalità seducente, e alla forza di convinzione dei suoi insegnamenti. Con il suo comportamento nobile e gentile Maometto convinse anche i nemici. Catturò i cuori delle genti con la sua simpatia e la sua umanità senza limiti… la sua personalità potente lasciò un’impronta permanente nel cuore di migliaia di discepoli e li plasmò secondo la sua volontà… Esistono altri esempi di personaggi storici di eguale distinzione, un altro rivoluzionario di pari luce e splendore?i

Mawdudi trova impressionante la conversione dei primi musulmani grazie all’eloquenza e oratoria di Maometto, alle suoi modi accattivanti e alla forza di convinzione dei suoi insegnamenti. In realtà sono ragioni deboli: molti tedeschi si sono convertiti al movimento politico di Adolf Hitler per le stesse ragioni. Tuttavia, se anche fossero motivazione valide, Mawdudi ci presenta un quadro incompleto. Ci sono state molte altre ragioni che hanno portato al successo dell’islam, ma i musulmani comprensibilmente si vergognano di riconoscerle. Diamo una spiegazione di quattro di esse:

Primo motivo: la capacità di Maometto di instillare l’odio nei suoi seguaci
Storicamente ci fu almeno una persona che fu talmente impressionata dalla capacità dell’islam di ispirare gli uomini all’omicidio senza scrupoli da considerarla una prova della sua verità.

L’apostolo disse: “Uccidete ogni ebreo in vostro potere”. Perciò Muhayyisa bin Mas’ud saltò addosso a Ibn Sunayna, un mercante ebreo con cui era in rapporti sociali e di affari, e lo uccise. All’epoca Huwayyisa, il fratello maggiore, non era un musulmano. Dopo che Muhayyisa ebbe ucciso l’ebreo, Huwayyisa cominciò a picchiarlo dicendo: “Nemico di Dio, hai ucciso chi ti portava ricchezza e ti ingrassava? ” Al che Muhayyisa rispose” Se colui che mi ha ordinato di uccidere l’ebreo mi avesse ordinato di uccidere te, io ti avrei tagliato la testa”. Ciò fu l’inizio dell’accettazione dell’islam da parte di Huwayyisa. Infatti domandò: “Per Dio, se Maometto ti avesse ordinato di uccidermi, tu l’avresti fatto?” Rispose: “Sì, per Dio, se mi avesse detto di tagliarti la testa, l’avrei fatto.” Allora Huwayyisa esclamò: “Per Dio, una religione che ti porta a fare questo è meravigliosa!” E divenne musulmano.ii

In questo brano, Maometto dice ai suoi seguaci di “uccidete ogni ebreo in vostro potere”. Muhayyisa, seguendo gli ordini di Maometto, uccide un mercante ebreo di nome Ibn Sunayna. Huwayyisa non capisce come sia possibile che Muhayyisa possa avere fatto senza scrupoli una cosa del genere ad un amico di famiglia, e Muhayyisa si giustifica dicendo che è stato Maometto ad ordinarglielo e che, se Maometto glielo chiedesse, sarebbe pronto ad uccidere chiunque, persino un componente della sua famiglia. Huwayyisa è talmente colpito dalla volontà di seguire ciecamente gli ordini di Maometto che si converte all’islam, esclamando: “Per Dio, una religione che ti porta a fare questo è meravigliosa!”
L’ammirazione di Huwayyisa per la totale adesione del fratello è stata probabilmente condivisa da molti nella prima fase dell’Impero islamico. Giovani senza guida si trasformarono improvvisamente in ardenti sostenitori del nuovo sistema di fede, e disposti a fare qualunque cosa per il loro profeta, ragionando che sicuramente ci sarà stato qualcosa di speciale in quella nuova religione. Ma la fede degli adepti non è una prova infallibile della verità di un sistema di pensiero. Se fosse così , dovremmo concludere che il cristianesimo, l’islam, il buddismo, il mormonismo, il comunismo e il nazismo sono tutti veri, perché tutti questi sistemi hanno prodotto convinti aderenti.

Secondo motivo: profezie esplicitamente false
Furono in molti ad essere impressionati dalle parole di Maometto. Sembrava conoscere tutto, e rispondeva con sicurezza a domande a cui nessun altro sapeva dare risposta. Il problema è che molte delle sue risposte si sono rivelate completamente false. Considerate questo esempio:

Quando Abdullah bin Salama ebbe udito dell’imminente arrivo del Profeta (sia su di lui la benedizione e la pace di Allah) a Medina, andò da lui e gli disse “ Vorrei chiederti tre cose che nessuno può sapere se non un profeta: “Qual è il primo portento dell’Ora? Qual è il primo pasto consumato dagli uomini in paradiso? Perché un bambino assomiglia a suo padre e al suo zio materno?”
L’apostolo di Allah (sia su di lui la benedizione e la pace di Allah) rispose “Gabriele mi ha dato le risposte”… il primo portento dell’Ora sarà un fuoco che avvolgerà la gente da oriente a occidente; il primo pasto in paradiso sarà lobo di fegato di pesce. Per quanto riguarda la somiglianza di un bambino ai suoi genitori, se un uomo ha un rapporto sessuale con una donna e ha delle perdite per primo, il bambino somiglierà al padre. Se è la donna ad avere perdite per prima, il figlio somiglierà a lei.” Al che Abdullah bin Salam disse: “Rendo testimonianza che sei profeta di Allah”iii

Qui a Maometto vengono poste tre domande 1) Qual è il segno dell’inizio della fine dei tempi? 2) Quale sarà il primo pasto in paradiso? 3) Come mai un figlio a volte somiglia al padre, altre volte alla famiglia della madre? Osserviamo che le prime due risposte – un grande fuoco alla fine dei tempi e fegato di pesce in paradiso – non sono falsificabili, cioè è impossibile provare che siano giuste o sbagliate. Maometto avrebbe potuto affermare qualunque cosa, che il Portento dell’Ora consisterà in tre rane che recitano il Corano, o che il primo pasto in paradiso sarà un panino con burro di arachidi e marmellata. In altri termini, non possiamo sapere se le risposte di Maometto siano o no corrette, perché non c’è possibilità di verifica. Invece la terza risposta è falsificabile, possiamo verificarla alla luce della scienza moderna. Come ne esce? Non molto bene. Le donne non hanno “perdite” che influiscono sull’aspetto dei loro figli, ma ovuli. Inoltre, tale aspetto non dipende da chi dei due genitori ha per primo una “perdita”. La risposta di Maometto è completamente falsa.
Ma osserviamo che la risposta gli ha fatto avere la conversione di un ebreo importante, colpito dalla brillantezza di Maometto. Infatti una delle sue maggiori caratteristiche era la fiducia totale che esibiva nelle risposte, anche se queste in realtà erano sbagliate. La sicurezza con cui parlava faceva credere che dicesse cose vere, ma non era così. Forse la conseguenza più interessante della predicazione di Maometto è che i musulmani non si sono mai scrollati di dosso la soggezione nei suoi confronti, anche se molte sue pretese si sono rivelate false. Ancora oggi i musulmani hanno una grande fiducia mal riposta nei detti del loro profeta, e le risposte di Maometto fanno ancora proseliti.


Terzo Motivo: avidità senza limiti
Maometto faceva allettanti promesse a chi si univa a lui in battaglia:

Maometto disse “Essere Combattente per la Causa di Allah – e Allah conosce meglio chi veramente combatte la sua causa – è come una persona che digiuna e prega continuamente. Allah ha promesso che ammetterà il Combattente per la sua Causa in paradiso se verrà ucciso, e se invece ritornerà a casa salvo Allah lo ricompenserà con il bottino di guerra.” iv

Maometto disse: “Cosroe sarà rovinato, e non ci sarà un altro Cosroe dopo di lui, e Cesare sarà rovinato, e non ci sarà altro Cesare dopo di lui, e voi potrete usare i loro tesori per la causa di Allah.” v

Se un pagano del settimo secolo avesse lasciato l’islam, non avrebbe guadagnato nulla. Avrebbe potuto restare povero per tutta la vita, e non conoscere la sua sorte dopo la morte. Invece Maometto prometteva che se una persona fosse morta combattendo i nemici dell’islam, sarebbe andata in paradiso, e se invece fosse sopravvissuta, sarebbe ritornata a casa e “Allah lo ricompenserà con il bottino di guerra”. In ogni caso per il pagano c’era maggior guadagno a diventare musulmano, anche dal punto di vista finanziario.

La promessa di ricompense e di bottini è stata un fattore fondamentale nella fase iniziale di diffusione dell’islam. Infatti, Maometto ha sfruttato l’esca del bottino di guerra come strategia per favorire le conversioni. Ad esempio, quando Maometto venne accusato di distribuire il frutto dei saccheggi in modo irregolare, egli rispose “ Avete la mente offuscata per tutti i benefici con cui io conquisto coloro che potranno diventare musulmani, mentre vi rafforzo nell’islam”. vi Imam Muslim aggiunge “Quando il messaggero di Allah (sia la pace su di lui) conquistò Hunain egli distribuì il bottino, e lo elargì a coloro i cui cuori voleva conquistare.” vii

Le promesse di ricchezza di Maometto erano così notevoli che, quando sopraggiunsero difficoltà, i suoi seguaci a volte si lamentarono che non manteneva ciò che aveva promesso:

La situazione divenne seria e la paura si diffondeva. Arrivò contro di loro il nemico da sopra e da sotto e i credenti cominciarono a pensare cose vane, e crebbe la sfiducia fra gli sfiduciati al punto che Ma’attib bin Qusyahr, fratello di B. Amr bin Auf, disse: “Maometto era solito prometterci che avremmo divorato i tesori di Cosroe e Cesare e oggi nessuno di noi non è nemmeno sicuro di poter andare alla latrina!” viii

Questi brani mostrano l’importanza che la promessa di ricchezza e il bottino hanno avuto come motivo di conversione. Maometto promette ai suoi seguaci che avrebbero messo le mani sui tesori di Cesare (cioè dell’Impero Romano). Egli distribuiva il bottino di guerra dopo ogni campagna militare, ed usava il denaro per guadagnare convertiti. Perciò molti musulmani abbracciarono la religione per motivi disonorevoli, e Maometto non vedeva nulla di sbagliato in queste conversioni.

Quarto motivo: paura della morte

La personalità, l'eloquenza e la forza di persuasione di Maometto ebbero certamente un ruolo importante nella conversione all’islam. Tuttavia Maometto ebbe pochi sostenitori nella diffusione dell’islam quando si basava solo sulla sua “personalità vincente” e sulla sincerità. Ad esempio le fonti islamiche ci testimoniano di un grande numero di conversioni dopo l’omicidio di una donna che ebbe a criticare l’islam:

Quando l’apostolo ebbe udito ciò che aveva detto, esclamò “Chi mi toglierà di mezzo la figlia di Marwan?” Umayr bin Adiy al-Khatmi, che era con lui, lo udi, e quella stessa notte andò nella sua casa e la uccise. Al mattino andò dall’apostolo e gli disse che cosa aveva fatto, e Maometto disse: “Tu hai dato aiuto a Dio e al Suo apostolo, o Umayr!”. Quando egli domandò se non dovesse temere qualche conseguenza negativa per il suo gesto l’apostolo disse: “due capre non si prenderanno a cornate per lei” così Umayr tornò fra la sua gente… Il giorno dopo la morte di Bint Marwan gli uomini di B. Khatma diventarono musulmani perché avevano visto il potere dell’islam. ix

Se gli uomini di Khatma diventarono musulmani dopo che ebbero visto il potere dell’islam sulle altre persone, molti altri si convertirono per il rischio dell’incolumità della loro stessa vita. Ka’b bin Zuhayr aveva sentito che Maometto ”aveva ucciso alcuni uomini della Mecca che avevano fatto satira su di lui e lo avevano insultato e che i poeti coraisciti che erano sopravvissuti… erano fuggiti in tutte le direzioni”.x Il fratello diede a Ka’b il consiglio di andare da Maometto e di convertirsi prima che fosse troppo tardi. Ka’b diede retta al fratello:

Quando Ka’b ricevette la missiva si angosciò e venne in ansia per la propria vita. I suoi nemici del vicinato diffusero notizie minacciose su di lui dicendo che era pronto per essere massacrato. Senza via d’uscita, scrisse allora un’ode in cui lodava l’apostolo e menzionò il suo timore e le minacce dei nemici. Dopodiché partì per Medina e si fermò da un conoscente a Juhayna, da quanto ne so. Egli lo condusse dall’apostolo, che era intento nella preghiere del mattino, e pregò con lui. L’uomo gli indicò apostolo e gli disse di andare e di chiedergli la grazia della vita. Egli andò e si sedette vicino all’apostolo e mise le sue mani nelle sue, e l’apostolo non sapeva chi fosse. Allora disse: “O apostolo, Ka’b bin Zhayr è venuto per chiedere a te la salvezza come musulmano pentito. Lo accetterai, se viene a te così? Quando l’apostolo rispose di sì, egli confessò di essere Ka’b bin Zhayr.” xi

La storia mostra che altri vennero apertamente minacciati di morte (in presenza di Maometto) se non si fossero convertiti:

Maometto disse: Guai a te Abu Sufyan, non è l’ora che tu riconosca che sono l'apostolo di Dio?” Egli rispose: “ A questo proposito ho ancora dei dubbi.” io gli dissi “Sottomettiti e testimonia che non c’è Dio che Allah e che Maometto è l’apostolo di Allah, altrimenti ti taglierò la testa” ed egli si sottomise.”xii

Abu Sufyan dubitava della profezia di Maometto, ma gli venne detto di convertirsi se non voleva che gli tagliassero la testa. Consapevole della quantità innumerevole di omicidi precedentemente commessi da Maometto, Abu Sufyan si sottomise al profeta
Quindi, la paura di essere uccisi ha avuto un ruolo fondamentale nella conversione all’islam. Poiché l’islam non si è radicato finché Maometto non ha iniziato a diffonderlo con la violenza, la minaccia di morte è stato probabilmente il principale fattore nella prima fase di diffusione dell’islam.
(Per saperne di più sull’uso della violenza da parte di Maometto, vedi "Murdered by Muhammad.")
Conclusione
Sono molti i motivi che hanno portato alla rapida diffusione dell’islam. Maometto ha fatto convertiti grazie alla sua forza di persuasione e sincerità, e molti furono colpiti dai suoi atti di gentilezza, dalle sue gesta caritatevoli e dalla sua dedizione alla preghiera. Nondimeno, queste non sono necessariamente ragioni valide per la conversione ad una religione. Noi possiamo raffermare in modo ragionevole che un vero profeta deve essere sincero e impegnato nella sua religione, ma non possiamo da ciò concludere che ogni persona impegnata e sincera sia un vero profeta. Nel corso della storia molti leader religiosi hanno dimostrato qualità degne di ammirazione, ma ciò non dimostra che la loro religione fosse vera.
Nella scelta della religione, l’anima di una persona può rimanere incerta. Non è una decisione che si possa prendere alla leggera. La conversione deve essere una svolta nella direzione della verità, non solo seguire la direzione di una “personalità vincente”. Abbiamo visto come molte persone si sono convertite all’islam perché colpite dall’abilità di Maometto a spingere gli uomini all’omicidio, dalla sua sicurezza nelle sue rivelazioni, anche se molte di queste si sono dimostrate false. Infine Maometto ha fatto convertiti grazie alla promessa di bottino e ricchezze e con le minacce di morte. Non sono buone ragioni per adottare un sistema di fede.

Ciò non significa che non ci siano buon ragioni per dedicarsi ad una religione. Sto solo osservando che occorre prestare attenzione a dove mettiamo la nostra fede, perché insegnamenti falsi e falsi maestri abbondano nel mondo. Ma la verità esiste sempre, semplicemente non si trova nell'islam. Tuttavia esiste un’altra religione che, come l’islam, si è diffusa molto rapidamente. Come i primi musulmani, i suoi seguaci erano totalmente dedicati. Come per Maometto, anche il suo fondatore era sincero ed eloquente. Non si è diffusa con la violenza, xiii o con false profezie, o con l’esca della conquista di ricchezza. Invece si è diffusa perché il suo fondatore, Gesù di Nazareth, è risorto dai morti. Il miracolo ha mostrato il sostegno divino al messaggio di Gesù, e che quindi dobbiamo dare credito al suo messaggio. Ma qual era il messaggio? Gesù disse che sarebbe morto sulla croce per i peccati del mondo e che, avendo fede in lui, avremo la vita eterna. Il cristianesimo è la sola religione che ha le prove storiche della propria autenticità. E’ la sola religione di cui possiamo sapere che è vera. I primi cristiani, diversamente dai primi musulmani, avevano buoni motivi per convertirsi.

i Abul, A’la Mawdudi, Towards Understanding Islam (New York: Islamic Circle of North America, 1986), p. 58, 59, 67.
ii Ibn Ishaq, Sirat Rasul Allah (The Life of Muhammad), A. Guillaume, tr. (New York: Oxford University Press, 1980), p. 369.
iii Sahih Al-Bukhari, Dr. Muhammad Matraji, tr. (New Delhi: Islamic Book Service, 2002), Number 3329.
iv Sahih Al-Bukhari, Number 2787.
v Ibid., Number 3027.
vi Ibn Ishaq, p. 596.
vii Sahih Muslim, Abdul Hamid Siddiqi, tr., Number 2313.
viii Ibn Ishaq, pp. 453-454.
ix Ibid., p. 676.
x Ibid., p. 597.
xi Ibid., p. 598.
xii Ibid., p. 547.
xiii I musulmani potrebbero controbattere dicendo che i cristiani hanno usato la violenza con le crociate, l’inquisizione ecc, Tuttavia occorre osservare che l’uso della violenza è sorto solo dopo che il cristianesimo si è identificato con l’impero romano. Una volta che la chiesa si è alleata con gli imperatori romani, ha optato per il modo di agire tipicamente romano. Questo è stato un errore da parte dei cristiani, ma non ha a che fare con l’insegnamento di Gesù. La violenza non ha spazio nella diffusione del cristianesimo degli inizi. L’uso della violenza è contrario agli insegnamenti di Gesù (Matteo 5,38-67), per cui, mentre la violenza è coerente sia nelle parole che nelle azioni di Maometto, non lo è con le parole e le azioni di Gesù




giovedì 9 novembre 2017

La lingua liturgica oggi e nella chiesa antica



 Vorrei segnalare un un interessante contributo a proposito  dell'uso della lingua di tutti i giorni nella liturgia, secondo l'esempio della chiesa antica, tratto dal blog di Fr John Hunwicke
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"Nella Chiesa primitiva la liturgia era sempre celebrata nella lingua di tutti i giorni, quella parlata dalla gente comune. Anche a Roma, quando il greco divenne una lingua meno compresa, venne soppiantata dal latino, la lingua "vernacolare". Sfortunatamente, con il passare dei secoli, il latino a sua volta divenne incomprensibile per la maggior parte della gente. A ciò ha posto rimedio il Concilio Vaticano II, decretando che le liturgie debbano essere di nuovo nella lingua corrente, e nella forma più semplice possibile, in modo tale da essere comprese dal maggior numero di persone. In questo modo si potrà raggiungere l'obiettivo della Partecipazione Attiva.

Se ora stai aspettando che spieghi che le ultime tre frasi sono una forzatura di ciò che ha affermato il Vaticano II , hai ragione! Ma è altrettanto importante rendersi conto che l'intera narrazione è completamente erronea, ed è un inganno.

Uno dei più importanti studiosi del ventesimo secolo è stata la classicista olandese Christine Mohrmann. Con una lunga serie di articoli e libri nelle maggiori lingue europee, la studiosa ha dimostrato che il latino liturgico - ed anche il greco liturgico - non nascono come lingue vernacolari, ma sono state deliberatamente concepite come lingue formali, arcaiche e ieratiche. Ecco le sue parole (1957):

"il latino liturgico, come si è andato formando verso la fine dell'antichità cristiana e  conservato immutato - almeno nelle sue linee principali - è una deliberata stilizzazione sacrale del primo latino cristiano  sviluppatosi nelle comunità cristiane dell'Occidente. I cristiani latini arrivano piuttosto in ritardo nella creazione di una lingua liturgica. Quando ciò avviene, l'idioma cristiano ha già raggiunto la sua piena maturità e le circostanze hanno reso possibile attingere, per motivi di stile, dall'antica eredità sacrale della Roma [pagana ] ... per quanto riguarda la richiesta che si sente così spesso di una versione vernacolare dei testi delle preghiere, io penso ... che sia giusto domandarsi se, attualmente, l'introduzione della lingua corrente sia appropriata per la composizione di uno stile sacrale di preghiera. Come ho già sottolineato, l'antico occidente cristiano ha aspettato molto tempo prima di adottare l'uso del latino.. Ha aspettato finché la lingua cristiana non possedesse le risorse necessarie per creare un linguaggio ufficiale di preghiera ecclesiastica... le cosiddette lingue moderne occidentali ... sono meno adatte per una stilizzazione sacra. E invece dobbiamo renderci conto che le forme di stilizzazione sacrale sono un elemento essenziale di ogni linguaggio ufficiale di preghiera e che queste caratteristiche sacrali, ieratiche, non devono mai essere abbandonate. Dal punto di vista dello sviluppo generale delle lingue occidentali - e senza dire nulla riguardo ai problemi che sorgerebbero nelle altre lingue - il tempo presente non è certamente propizio per un abbandono del latino."

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mercoledì 18 ottobre 2017

Che cosa ha detto VERAMENTE il concilio sulla musica sacra?


La riforma liturgica ha applicato il mandato del Concilio Vaticano II? In parte sì e in parte no. Una delle mancanze più gravi è la mancata applicazione del capitolo VI del decreto conciliare sulla liturgia "Sacrosanctum concilium", che tratta della musica sacra. La musica banale e puerile, le animazioni liturgiche ispirate alle regie televisive, l'eccesso di verbosità e il pauperismo estetico, non hanno giustificazione nel concilio Vaticano II, che invece dice diversamente da ciò che è stato fatto negli ultimi decenni. Per sapere che cosa ha veramente detto il Concilio Vaticano II occorre ripartire dai testi del concilio stesso, e non dalle interpretazioni successive.

Il testo del decreto conciliare sulla liturgia "Sacrosanctum concilium"

Confrontatre il capitolo VI, con gli articoli che vanno dal 112 al 121, con le panzane che i liturgisti postconciliari hanno raccontato a partire dal 1968 e con quanto si fa nella gran parte delle parrocchie.
Noterete che coloro che dicono di essere i difensori del concilio in realtà o non lo conoscono oppure, se lo conoscono, fanno l'opposto di ciò che dice.


lunedì 11 settembre 2017

" Chi fa la guerra? Chi dà le armi? Noi!"

Papa Francesco è tornato sul tema che gli sta più a cuore: L'accoglienza degli immigrati in Europa. Ecco ciò che dice:

«Il problema inizia nei Paesi da cui arrivano i migranti. Perché lasciano la loro terra? A causa della mancanza di lavoro o della guerra. Questi sono i due motivi principali. La mancanza di lavoro, perché sono stati sfruttati - penso agli africani. L'Europa ha sfruttato l'Africa ... non so se possiamo dirlo! Ma alcune colonizzazioni europee... sì, hanno sfruttato. Ho letto che un capo di stato africano appena eletto come primo atto di governo ha presentato al Parlamento una legge per il rimboschimento del suo paese - ed è stata promulgata. Le potenze economiche del mondo avevano tagliato tutti gli alberi. Rimboschire. La terra è secca per essere stata sfruttata e non c'è più lavoro. La prima cosa da fare, come ho detto alle Nazioni Unite, al Consiglio d'Europa in tutto il mondo, è trovare qui fonti per creare di posti di lavoro, investire. È vero che l'Europa deve investire anche a casa propria. Anche qui esiste un problema di disoccupazione. L'altro motivo per la migrazione è la guerra. Possiamo investire, le persone avranno una fonte di lavoro e non dovranno partire, ma se c'è guerra, dovranno ancora fuggire. Ora chi fa la guerra? Chi dà le armi? Noi».

Il discorso è come sempre confuso, ma sembra di cogliere 3 punti:
1) Gli immmigrati africani se ne vanno a causa della mancanza di lavoro e della guerra
2) la mancanza di lavoro è responsabilità dell'Europa, che ha sfruttato l'Africa
3) Le guerre africane sono responsabilità dell'Europa "
chi fa la guerra? chi dà le armi? NOI" cioè VOI, malvagi europei!
Queste sono le premesse. La conclusione non viene detta, ma è implicita. Noi europei siamo malvagi, siamo responsabili del male del mondo. L'Europa può scomparire. Se in trecento milioni decidono di trasferirsi in Europa dall'Africa, DOBBIAMO accoglierli, perché se stanno male è colpa nostra.

Per il papa gli Africani hanno il diritto di trasferirsi in Europa in massa, perché non sono responsabili dei loro paesi. La responsabilità della corruzione, delle guerre, della povertà e della miseria è tutta dell'Europa. Perciò, se anche l'Europa dovesse esplodere a causa dell'immigrazione incontrollata, poco male: chi la fa l'aspetti.

Se anche il papa avesse ragione sulle responsabilità (non sono d'accordo sul discorso estremamente semplicistico e superficiale di Bergoglio, ma non intendo approfondirlo), non vedo perché un male come la povertà dell'Africa giustifichi un altro male, l'importazione dei conflitti sociali e del caos che attanagliano l'Africa. Il fatto è che il papa non vuole il bene degli africani, ma punire gli europei. Il "noi" che utilizza nel suo comizio è del tutto ipocrita.. "l
e colonizzazioni europee" "chi fa la guerra? chi dà le armi? NOI". Il "noi" è da leggere VOI! Il sottotesto è questo: Voi odiosi europei, che avete costruito il Vaticano di cui non me ne frega nulla, voi con il vostro insopportabile rinascimento, la vostra musica, la vostra cultura, la vostra teologia... Spero che il resto del mondo vi cancelli dalla faccia della terra, perché non sopporto la vostra logica, le vostre critiche, la vostra indipendenza, la vostra tranquilla presunzione, la vostra mancanza di entusiasmo per noi profeti del pueblo e autonominati paladini delle periferie...

Che a migliaia muoiano nel passare il Mediterraneo, che il prezzo sociale dell'emigrazione incontrollata di massa sia gravissimo in Africa come in Europa, che l'emigrazione non risolva minimamente il problema delle guerre e del "lavoro" , ma ne crei di nuovi, che il rimedio ad un male non sia la punizione e la creazione di un altro male  che la maggiore causa di povertà e miseria, ignoranza e fanatismo bellico sia l'islam e non il cristianesimo, a papa Francesco non interessa nulla, La sua ideologia terzomondista è semplicistica e onnicomprensiva. Come per Lenin e Stalin il Borghese era il responsabile di tutti i mali e andava "liquidato" come classe, come per Hitler l'Ebreo era il corruttore della razza ariana ed europea e una volta eliminato la società sarebbe rifiorita, così per papa Francesco la scomparsa dell'Europa come cultura, società e stato sociale, soppiantata da un'estensione universale delle "periferie" del terzo mondo, porterà ad un futuro radioso, dove tante culture, vie religiose per la stessa divinità, religioni e tradizioni conviveranno in pace e armonia, dove i soldi rubati ai poveri potranno finalmente essere distribuiti fra tutti. Una utopia dell'accoglienza e della convivenza, un'altra versione dellì'ideale socialista, dopo quello comunista e socialista-nazionale: il socialismo terzomondiale.
Peccato che la realtà sarà un'altra. La violenza, il tribalismo e l'ignoranza che sono le cause della miseria africana, soprattutto se coniugate alla religione di Maometto, diventeranno parte della cultura europea. E i profitti di chi sfrutta queste sciagure (in Occidente come in Medio Oriente e in Africa) non diminuiranno, semmai aumenteranno.

In tutta questa politica (questo papa è un politico, un cattivo politico, il vangelo e la chiesa sono solo dei mezzi per la sua ideologia politica), cosa dice il vangelo?
Il vangelo non dice di costruire ponti ad ogni costo. Il vangelo dice di predicare il vangelo a tutte le creature, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Dice di lavorare per la pace e la giustizia, non di trasferire milioni di persone da un posto all'altro, in particolare i giovani maschi fra i 20 e i 30 anni (di solito dalle guerre si mettono al sicure prima le donne e i bambini, poi gli anziani, non i maschi abili). La tradizione della chiesa dice anche che occorre governare la società con prudenza e intelligenza. Ora, le motivazioni che il papa ha dato per la sua martellante campagna a favore dell'immigrazione di massa mi paiono una descrizione semplicistica e tendenziosa dei problema dell'Africa. Deresposabilizzare gli africani, incolpare le società e i cittadini europei della corruzione e delle guerre africane, giustificare ad ogni costo le migrazioni di massa e non porsi il problema del futuro delle società di accoglienza e di quelle di partenza mi sembra un modo di procedere miope e irresponsabile.
La mia impressione è che il papa stia facendo l'apprendista stregone dell'ingegneria sociale, e quando ha cercato di dare anche una giustificazione storica alle migrazioni di massa, ricordando le invasioni barbariche dell'alto medievo, ha mostrato ancora una volta la sua notevole ignoranza e i superficiali pregiudizi storici.

AGGIORNAMENTO:  Sembra che il papa abbia fatto marcia indietro, affermando che l'Italia non può accogliere tutti. E pensarci prima, invece di abbandonarsi all'ideologia? E i morti in mare e quelli nei lager, arrivati perché illusi da una impossibile accoglienza di tutta l'Africa in Italia ed Europa? E la corruzione portata da questa politica (gli scafisti, gli affari delle ONG, gli affari delle cooperative, lo sfruttamento della manodopera illegale...) e i problemi sociali di convivenza fra culture e tradizioni così diverse.... Ci mancherà solo dover sentire le prediche sull'armonia e il dialogo da parte di chi ha contribuito più di tutti a creare il problema.




giovedì 31 agosto 2017

Criticare il papa

Nel blog di Marco Tosatti Stilum Curiae, in cui compaiono molti articoli e commenti critici relativi a papa Francesco, un lettore ha recentemente commentato a proposito del parlare esplicitamente contro l'operato di papa Francesco:

"ti chiedo: amare la Chiesa significa continuare a parlarne male, evidenziandone sempre e solo i difetti, davanti ad un pubblico indeterminato (che potrebbe scandalizzarsi, allontanarsi, rifiutare di aderirvi se ne aveva una minima intenzione, sfruttare gli argomenti per fare ulteriori denigrazioni, mettere in dubbio qualsiasi cosa detta da un pastore)? e se mi rispondi che fai così perché “soffri”, ti chiedo: e a cosa servono le mormorazioni? che utilità hanno per la Chiesa? come pensi possano farle del bene?
Ti faccio un’altra domanda: se tua moglie avesse la faccia piena di brufoli, tu cosa fai? Glielo fai notare con delicatezza e le compri il topexan o le fai i cerchi rossi, col pennarello, su ciascun brufolo in modo che si vedano ancora meglio? In quale dei due modi la ameresti?"


E' un punto di vista interessante, ma sbagliato. In generale il lettore potrebbe avere ragione, è sbagliato parlare male del papa o dei vescovi quando non  ci sono gravi motivi. Il punto è che adesso ci sono gravi motivi, e cerchero di spiegarli, facendo riferimento anche agli altri papi.

A me personalmente non è mai piaciuto più di tanto lo stile di Giovanni Paolo II. Ma non ho mai parlato male di lui in pubblico, e tendenzialmente ho difeso il suo operato rispetto ai critici non cattolici. GPII non l'ho amato troppo, ma lo stimavo. Una persona seria, che credeva in quello che faceva, che agiva per il bene della chiesa (anche sbagliando) e le cui parole corrispondevano ai suoi atti.

Con papa Benedetto mi sono trovato più i sintonia per le sue parole, il suo approccio critico e intellettualmente onesto verso le questioni importanti nella vita della chiesa, la sua mancanza totale di divismo e di culto della personalità, ma non ho mancato di criticare la debolezza del suo governo. Aveva poca forza, ma la direzione che ha dato alla chiesa era quella giusta.

Papa Francesco invece è completamente fuori strada. Ha soppresso competamente ogni dibattito e ogni voce critica, gestisce con metodi manipolatori la vita della chiesa. Finché pensava di avere dalla sua parte una maggioranza di vescovi progressisti ha invitato alla parresia, a parlare apertamente, e ha sminuito il ruolo magisteriale del vescovo di Roma, come per qualche tempo si è fatto chiamare pur di non dire mai la parola papa. Poi, quando si è accorto che c'era resistenza verso le sue sorprese e novità (come se la chiesa avesse bisogno delle sue idee geniali), ecco che le mormorazioni sono diventate la più grave sciagura della chiesa, peggiori delle persecuzioni dei cristiani di cui parla sempre in modo reticente e fuorviante. Ecco che adesso rilascia sconnesse dichiarazioni da bulletto teologico in cui usa il plurale maiestatico e il termine "magisteriale" come fosse una parola magica, riferita a sè stesso: «dopo questo magistero, dopo questo lungo cammino possiamo affermare con sicurezza e con autorità magisteriale che la riforma liturgica è irreversibile». come dire: adesso arriva Superpope, adesso ho usato la parolina magica e adesso mi obbedite tutti!


Il papa ha indubbiamente una funzione importante nella chiesa, stabilita e definita dal concilio Vaticano I. Ma questa funzione è limitata a preservare, confermare e trasmettere il deposito della fede. La Costituzione dogmatica sul primato papale “Pastor Aeternus” del concilio Vaticano I  afferma:“Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede.”

Papa Francesco non sta confermando nessuno nella fede. Passa il tempo ad insultare i cristiani nelle sue omelie. Anziché predicare il vangelo si occupa di politica a livello tecnico, dicendo quali leggi devono essere approvate dal parlamento, indicando quali candidati vanno votati e quali no.  Convoca due sinodi sulla famiglia che non approvano ciò che lui ha cercato di imporre con metodi scorretti da politicante di bassa lega, e allora commssiona un'enciclica ad un ambiguo prete sudamericano, autore di un penoso libercolo sull'arte di baciare, e il papa fa inserire in una nota ciò che i vescovi non hanno approvato. Chieste spiegazioni  dice di non ricordarsi di avere messo delle note. Si rifiuta di dare ulteriori spiegazioni a chi gli chiede conto delle sue ambiguità.  In aereo rilascia interviste di cui il minimo che si può dire è che c'è da sperare che fosse ubriaco, come quando giustifica gli assassini di Charlie Hebdo dicendo che "è normale dare un pugno a chi offende la madre", oppure quando paragona i cristiani uccisi dagli islamici in Medio Oriente e altrove con i cattolici che uccidono la suocera e la Jhad alla predicazione del Vangelo. Ma si rende conto di cosa sta dicendo? Loda pubblicamente esponenti del partito radicale, promuove prelati che lodano esponenti del partito radicale. E' amico dei peggiori dittatori sudamericani. Nelle diocesi fa eleggere i peggiori candidati che rispecchiano le sue idee malsane, e l'elenco potrebbe continuare.

Ora, la situazione è troppo grave. Questo papa è l'uomo sbagliato nel posto sbagliato. Non è semplicemente un inetto (è anche questo), ma sta lavorando per dare alla chiesa una forma corrispondente alle sue idee sbagliate. e non si fa scrupoli per raggiungere l'obiettivo. Vuole trasformare la chiesa di Cristo nella Chiesa di Francesco.

Parlare con parresia del papa e della chiesa è un dovere.



sabato 26 agosto 2017

Maometto radicale e musulmani moderati

Nel post precedente ho parlato delle vere motivazioni che spingono un giovane musulmano a diventare un martire di Allah, che secondo la definizione coranica è colui che uccide ed è ucciso mentre combatte gli infedeli. Costui va diritto in paradiso, anche se nella sua vita prima del martirio ha infranto tutte le regole di Allah e del profeta. I dirottatori delle torri gemelle prima dell'attentato hanno bevuto e si sono dati ai divertimenti del corrotto occidente, perché sarebbero andati comunque in paradiso.

Motivazioni che non vengono mai approfondite nei media, e che le dichiarazioni dei politici offuscano costantemente. Anche papa Francesco, nelle sue reticenti dichiarazioni, parla di violenza cieca e si guarda bene dal collegarla con l'islam. Eppure è la lettura del Corano e l'esempio del profeta che spinge questi giovani a diventare martiri di Allah. Non è una lettura particolarmente estremistica, è solo una interpretazione letterale e storica, nel senso che il giovane legge il Corano, legge la vita di Maometto e agisce come avrebbe agito un guerrriero di Maometto (o dei califfi ben guidati) nel VII  secolo, all'epoca d'oro dell'espansione dell'islam.

Ma i musulmani odierni, la massa dei musulmani pacifici, cosa ne pensa?
Occorre distinguere i musulmani "laici" dall'islam e dai loro imam. In occidente gli imam presentano agli infedeli un islam che non esiste nella realtà, cioè edulcorano e mistificano sitematicamente gli episodi della vita di Maometto che hanno ispirato i martiri.Nei paesi islamici invece è più facile vedere l'islam all'opera per quello che è. Qual è la differenza fra le leggi dell'isis e quelle dell'Arabia Saudita? Nessuna. Le leggi sono le stesse, l'ethos è il medesimo. La differenza è che in AS l'islam è perfetto, imposto dalla legge, sancito dallo stato, e accettato dalla comunità internazionale. Nell'isis (o in ciò che resta o voleva diventare) lo stato islamico era ancora da imporre con la forza, come fece Maometto a suo tempo quando impose l'islam in Arabia.

I martiri terrorizzano? Anche Maometto terrorizzava
I martiri uccidono senza pietà? Anche Maometto uccideva senza pietà.

In un'occasione il profeta  ha partecipato allo sgozzamento preventivo di 900 ebrei a Medina che temeva potessero minare il suo potere. Le donne schiavizzate e violentate, i bambini pure schiavizzati. Lo schiavismo è una costante nella storia dell'islam, rispetto al quale lo schiavismo europeo impallidisce (e peraltro, da chi li compravano gli schiavi gli europei?), anche perché lo schiavismo è sancito dal Corano e dall'esempio di Maometto, quindi buono.

Si potrebbe continuare con gli esempi negativi tratti dalla vita di Maometto e dal Corano, strettamente correlati.

Ma il punto a cui volevo arrivare è un altro: Se l'islam è violento, perché non tutti i musulmani lo sono?

Non tutti i musulmani conoscono a fondo l'islam. Il Corano, per fortuna, è in arabo classico che quasi nessuno capisce.  I più pacifici prendono solo quello che sembra loro più utile, e trascurano le parti violente. Altri non hanno voglia di lottare per l'islam, anche se in cuor loro auspicano che prima o poi l'islam domini la società. Purtroppo nei paesi musulmani, tutte le volte che è stata data ai popoli la possibilità di esprimersi, ha prevalso la voce dell'islam, cioè della supremazia del musulmano sul non musulmano. Le primavere arabe ne sono la dimostrazione.

Torniamo al punto iniziale,  La religione islamica è basata sull'esempio di Maometto, che oggi sarebbe immediatamente classificato come terrorista. Le dottrine islamiche sono confuse e contraddittorie. L'unica cosa in cui l'islam riesce bene è nella propaganda e nel convincere i propria adepti, educati fin da piccoli, che l'islam è la sola vera religione, che è peccato criticarla e che il cristianesimo non va neanche preso in considerazione.

I cristiani dovrebbero fare lo sforzo di studiare l'islam imparare a rispondere alle obiezioni islamiche (sono sempre le stesse e molto banali) e a controbattere alle dottrine islamiche e alla vita di Maometto. Non devono dare retta a papa Francesco, ai vescovi a lui allineati e ai tanti politici e intellettuali che presentano l'islam come religione pacifica che si evolverà naturalmente verso la pace e la tolleranza. Non è così, poiché ha come modello perfetto Maometto, le cui gesta sono le stesse di coloro che sono in guerra perpetua con gli infedeli.

Qual è l'obiezione classica e politicamente corretta? Anche la Bibbia è violenta, nell'Antico Testamento ci sono episodi di distruzione di città e massacri.
La risposta è semplice: prima di tutto ciò non toglie che il Corano sia violento, ma soprattutto gli episodi del popolo di Israele sono storicizzati e riferiti a quel momento particolare. E' la guerra presso quelle civiltà antiche, non sono esemplari. Mosè o Giosuè non sono esempi di vita, neppure per gli ebrei. Sono uomini di cui Dio si è servito, non modelli da seguire.  La Bibbia riporta le storie di Israele e ne dà un'interprezione religiosa e provvidenziale, cioè che Dio guidava il suo popolo. In nessun modo le gesta degli antichi ebrei sono un modello assoluto da ripetere in ogni tempo. Non lo fanno gli ebrei e tantomeno i cristiani.

Il Corano invece è legge eterna, e soprattutto Maometto è il modello perfetto. Questo sfugge a molti occidentali: Maometto è perfetto, è da imitare. Se Maometto ordina di uccidere con l'inganno la poetessa che fa satira su di lui, allora i terroristi possono giustamente uccidere i vignettisti che fanno satira su Maometto. Se Maometto sgozza gli infedeli che non si sottomettono all'islam, allora anche gli jahdisti possono farlo. Se Maometto, su comando di Allah nel Corano, ordina di amputare gli arti, accecare e crocifiggere, allora i guerrieri dell'isis che si ispirano al modello perfetto e al libro indefettibile possono amputare, accecare e crocifiggere. Ed è quello che fanno.

I musulmani moderati, brave persone, prendono ciò che vogliono dall'islam per vivere in pace. I musulmani che invece leggono tutto il Corano e prendono sul serio la vita di Maometto finiscono per fare la guerra. I musulmani moderati criticano i "radicali" perché di fatto imitano Maometto, ma non osano, non vogliono criticare Maometto. Se lo facessero crollerebbe la religione. Preferiscono mentire  (a se stessi?) e agli altri dicendo che Maometto era pacifico, misericordioso, gentile, pieno di qualità umane. Le fonti originali (islamiche) ci danno però un quadro diverso, più vicino all'islam dei "martiri".

Purtroppo chi dovrebbe aiutare i musulmani a guardare con occhio critico alla propria religione non lo fa. Preferisce parlare di ponti, di ciò che unisce, di quanto è gentile Maometto e quanto è misericordioso Allah, quanto è saggio e poetico il Corano. Invece di dire la verità e rendere libero chi è schiavo, gli si oliano le catene per non dargli dispiaceri con verità scomode, sperando che si evolva da sè. Ma ciò non avverrà mai, se nessuno ha il coraggio di dire la verità su Maometto e sul Corano. E la cosa grave è che sono i "pastori" i primi a dare questa controtestimonianza cristiana e civile.

sabato 19 agosto 2017

Non terroristi, ma martiri

Il terrorismo islamico è una realtà anche in occidente: dove ci sono comunità di musulmani, una parte di loro decide di porre fine alla propria vita morendo in un attacco suicida. Perché lo fanno?

Spesso questi musulmani hanno condotto una vita non in linea con i precetti dell'islam: si divertono, fanno uso di droghe, conducono una vita promiscua. Sono cattivi musulmani.
Hanno però una cosa chiara: l'islam è la vera religione, i precetti di Allah e del suo messaggero sono da rispettare e la ricompensa per una vita di sottomissione alla legge di Allah è il paradiso. Si può essere cattivi musulmani (come si può essere cattivi cristiani o cattivi ebrei) però allo stesso tempo credere che la propria religione sia perfetta e andrebbe seguita.

Perché allora si danno al terrorismo e si suicidono compiendo attentati, posto che il suicidio è proibito dall'Islam?

Dal loro punto di vista non è suicidio, pur essendo sicuri che moriranno nell'azione.

Vorrei elencare di seguito quali sono i passaggi logici di uno che muore uccidendo infedeli. Anticipo che il martirio islamico è la via maestra per arrivare in paradiso. Anticipo anche che il martirio islamico, a parte il nome, non ha niente in comune con il martirio in senso cristiano.

Così ragiona un islamico che sceglie la via del martirio:
  1. L'islam è la vera religione, la sharia, cioè la legge di Allah, è data agli uomini come via e percorso verso il paradiso, di cui ne è la ricompensa.
  2.  La sharia è estremamente difficile da seguire, prevede molti precetti concepiti nel VII secolo e una società organizzata per seguirla. E' un sistema totalitario, bisogna essere come minimo in Arabia Saudita per poterlo seguire oggi, di certo non in Europa o in un paese non islamico. Pregare 5 volte al giorno, donne velate e sotto tutela, prescrizioni alimentari, paranoia generalizzata, polizia religiosa... forse in una società così, talmente retrograda da creare l'atmosfera dell'Arabia nel VII e VIII secolo (per i musulmani l'età dell'oro), è possibile essere buoni musulmani.
  3. Ora, chi non compie questi precetti è un cattivo musulmano. I cattivi musulmani provocano l'ira di Allah, che è tremenda. Non solo gli infedeli andranno all'inferno, che nel Corano è presente in ogni pagina, ma anche gli "ipocriti", cioè i musulmani che non rispettano i precetti di Allah. I musulmani hanno di Allah un terrore reale. Non è un padre, ma un tiranno che scaglia e maledice chi non segue i suoi precetti. Allah è misericordioso con chi segue i precetti suoi e del suo messaggero, ma odia chi non li segue, cioè odia tutti i non musulmani e i musulmani che non seguono i precetti. E' un punto di fondamentale differenza con la rivelazione ebraico-cristiana.
  4. Un giovane musulmano europeo è consapevole che andrà all'inferno. La sua vita, che scimmiotta la vacuità dei suoi coetanei occidentali, non porta a nulla. Non è un buon musulmano, vorrebbe esserlo, ma non potrà mai diventarlo.
  5. C'è una via d'uscita. Il martirio. Nell'islam chi muore in battaglia è sicuro che andrà in paradiso. Tutti i peccati e le trasgressioni sono immediatamente cancellati,
  6. Il Corano dice che darà una grande ricompensa a chi combatte per la causa di Allah, a chi uccide ed è ucciso ((9,111). Il martire musulmano non è un testimone della fede che si rifiuta di abiurare e viene ucciso per questo, ma è un combattente che muore uccidendo infedeli. 
  7. Chi sono gli infedeli? tutti i non musulmani e soprattutto i non musulmani che non si sottomettono all'islam. L'islam prevede tre categorie di uomini: i musulmani, cioè la razza padrona, i dhimmi, cioè la gente del libro, cristiani e ebrei sottomessi ed umiliati che pagano il pizzo mafioso per la "protezione", cioè diritti limitati e vita come cittadini di serie B da sfruttare economicamente, i non musulmani di qualunque tipo che non si sono sottomessi e contro il quali i musulmani sono in dovere di guerra perenne. 
  8. Morire mentre si uccidono questi ultimi è un merito che Allah ricompenserà con il paradiso, anche se nella vita precedente ci si è dati ai piaceri non in linea con la legge di Allah.
Ammazzare infedeli mettendo in conto di morire nell'azione non si tratta dunque di "violenza cieca", come ripete Bergoglio dopo ogni attentato, contribuendo all'offuscamento e all'incomprensione dei motivi per cui tanti musulmani si votano al martirio.

Molti  giovani musulmani offrano senza rimpianti a propria vita in sacrificio ad Allah e al suo profeta, seguendo l'insegnamento e l'esempio di vita di Maometto, per gettare nel terrore e nella paura gli infedeli, ucciderne il maggior numero e portare il caos nei loro paesi non musulmani, perché è la via maestra per il paradiso.
E gli altri musulmani? I moderati, i pacifici?
Una cosa è l'islam, un'altra i musulmani.  Ne scriverò in seguito.


giovedì 17 agosto 2017

Papa Francesco e l'avvenire della Chiesa

Sembra che papa Francesco abbia dichiarato che "l'avvenire della chiesa è più intorno alla parola di Dio che intorno all’eucarestia", e questa affermazione sta disturbando molti cattolici.
Io in proposito ho dei sentimenti contrastanti, e spiego perché:

  • Innanzitutto osservo che Bergoglio, nella sua incertezza teologica (per usare un eufemismo), come al solito si contraddice. Da un lato si atteggia a paladino del concilio Vaticano II, dall'altro la sua affermazione va contro una delle più celebri sentenze conciliari, e cioè che l'eucarestia è fonte e culmine della vita cristiana.
  • Il suo alter ego, il generale dei gesuiti Sosa, che è un clone di Bergoglio solo più snob e probabilmente un po' più istruito (e quindi articola meglio i suoi errori), ha detto che le parole di Gesù sono del tutto opinabili perché all'epoca non c'era il registratore.
  • In realtà l'affermazione di Francesco, intesa in senso cronologico e missionario, non sarebbe di per sè erronea, peccato che il papa l'abbia vanificata con le sue precedenti esternazioni. La fede nasce dall'ascolto della Parola, è vero che il primo passo da fare è l'evangelizzazione, cioè la predicazione del Vangelo, cioè della Parola. Bergoglio però ha detto più volte che il proselitismo è stupido e ha anche affermato che il mandato di Cristo di andare per il mondo, predicare e battezzare, può essere paragonato alla guerra santa che Maometto ha comandato ai suoi adepti. Ci si chiede allora: a quale parola pensa il papa ?
  • L'altro errore di Bergoglio è di contrapporre parola di Dio ed Eucarestia. Sono due mezzi di salvezza, non ha senso sminuire l'uno o l'altro. La Chiesa non ha mai contrapposto Vangelo e Sacramenti. Il papa deve smetterla di atteggiarsi a profeta che trova soluzioni nuove e sorprese ispirate dallo spirito. E' evidente che non ha nessun carisma di quel tipo. 
  • Il compito del papa non è quello di tirare fuori conigli dai cilindri, ma quello di costuire una remora contro le deviazioni della chiesa. Il papa non è un profeta, il ministero di Pietro è di confermare nella fede, non rinnovarla. Il ministero di Paolo (e il papa è successore anche di Paolo) è di trasmettere ciò che lui stesso ha ricevuto, cioè la fede apostolica. Ora, il problema che mi pongo è: che cosa ha ricevuto Jorge Mario Bergoglio?





mercoledì 16 agosto 2017

Evangelici e cattolici: Islam e missione

Di recente ho scoperto una serie di video su Youtube, fatti da evangelici americani, su islam e cristianesimo.

In particolare ho seguito alcuni dibattiti tenuti da un cristiano evangelico americano, David Wood, che si confronta con imam e teologi islamici sui punti di differenza fondamentali fra religione musulmana e cristianesimo.Sono rimasto molto colpito dalla competenza e dalla serietà di questo evangelico, dalla storia personale molto interessante, che dibatte e discute in maniera forte ma fondamentalmente rispettosa con la controparte islamica. I musulmani che dibattono con lui, ancorché preparati secondo i canoni dell'islam, a mio parere perdono sistematicamente.

E' interessante notare che il Corano e Maometto si pongono come antitesi del Vangelo e di Gesù Cristo. Non è un punto di vista diverso, è il contrario. Non è che col tempo, evolvendosi e purificandosi dagli estremisti (e per papa Francesco anche il cristianesimo ha i suoi terroristi che impediscono il "dialogo"), l'islam arriverà a dire le stesse cose del cristianesimo, e che il Corano e il Vangelo  (o la Bibbia) dicano circa la stessa cosa.

Il Corano riporta in modo approssimativo il Vangelo, ma ne sa abbastanza per negarne i punti fondamentali, cioà l'incarnazione del Verbo, sostituita dalla discesa  Corano come Verbo eterno  e increato di Allah fattosi libro, e la redenzione, sostituita da Maometto con la beffarda sostituzione di Gesù sulla croce che avrebbe fatto Allah con Giuda, ingannando anche i primi discepoli, e dalla autoesaltazione di Maometto stesso, che si presenta come guida e modello dei credenti.

A questo sono da aggiungere le molte contraddizioni, ambiguità e assurdità presenti nel Corano che David Wood ha studiato con serietà, andando alle fonti antiche e non alle versioni edulcorate che i propagandisti islamici e gli studiosi occidentali politically correct hanno fatto e stanno facendo dell'islam.

Questo ad esempio è il primo di una serie, di pochi minuti ciascuno, su perché un cristiano dovrebbe studiare l'islam (oltre a naturalmente la propria fede, per saperne dare le ragioni, come scritto nella Prima Lettera di Pietro) e su quali sono le basi dell'islam:



Ma non è sui contenuti che mi voglio soffermare, ma su un altro punto, e cioè la differenza fra evangelici e cattolici. I primi evangelizzano, i secondi dialogano.

Cosa dice il papa a proposito di una delle questioni  più rilevanti dell'islam, cioè la Jhad, vale a dire i dovere di conquista e lotta per la diffusione e la supremazia dell'islam?
"L’idea di conquista è inerente all’anima dell’islam, è vero. Ma si potrebbe interpretare, con la stessa idea di conquista, la fine del vangelo di Matteo, dove Gesù invia i suoi discepoli in tutte le nazioni"

Cioè per papa Francesco il comando evangelico  e la spada dell'islam sono circa la stessa cosa.

E nella sua "Esortazione Apostolica" Evangelii Gaudium Bergoglio aveva affermato, contraddicendo le fonti originali dell'Islam (il corano, gli hadit e le vite di Maometto) che:
" il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza"

Siamo alle solite: il papa, nella sua estrema superficialità e incompetenza, sia dell'islam che del cristianesimo, degrada la missione cristiana a violenza, e allo stesso tempo esalta l'islam, che è la negazione stessa del Vangelo e del cristianesimo.

Da questo punto di vista sono meglio gli evangelici. Almeno sono cristiani. Almeno credono nel Vangelo. Almeno sono persone serie che si mettono a studiare l'islam e che sanno di cosa parlano.



lunedì 14 agosto 2017

Superpope?

Leggo questa deprimente notizia, cioè che la Santa sede ha dato la licenza, per sovvenzionare l'Obolo di San Pietro, per la stampa di magliette con l'immagine di Francesco come "superpope", con il solito seguito di retorica sul papa della gente e così via.

Nel corso di questo pontificato il Vaticano  ha già affittato la Cappella Sistina alla Porsche per fare ricevimenti di extralusso, ha proiettato scimmie e cammelli sulla facciata di San Pietro, affitta ai grandi marchi le facciate delle chiese in restauro a Roma.


Oltre a colpire per l'avidità, la notizia è deprimente per un altro motivo, più grave. La maglietta esprime bene l'idea degradata del papato contemporaneo.Il papa supereroe (con la patetica valigetta nera e gli scarponcini neri) innanzitutto celebra sè stesso, non celebra il ministero di Pietro né tantomeno Gesù Cristo. Superpope vuole rivolgersi a tutti come icona pop. Ma il papa non si deve presentare al mondo come un eroe, un salvatore. Il papato è un umile ministero cristiano, con il compito di confermare nella fede, non di pavoneggiarsi al mondo, oltretutto per dire le stupidaggini da incompetente che dice Bergoglio, corrette dal suo stesso segretario di stato.

Credo che ci sia un simbolo che esprime bene l'errore di fondo di papa Francesco: la Lavanda dei Piedi.

Anziché compiere l'umile servizio di lavare i piedi dei suoi più stretti collaboratori, Superpope ha deciso, contro le regole liturgiche della chiesa, di lavare i piedi a uomini e donne di ogni condizione. Non si tratta di un gesto umile, ma di un gesto presuntuoso. Nel medioevo erano i ricchi e gli aristocratici che lavavano i piedi ai poveri negli ospizi, ma almeno avevano il buon gusto di farlo di nascosto, incappucciandosi. La lavanda dei piedi che invece compivano (e compiono) i vescovi e i preti riguarda i loro collaboratori e confratelli, ed è molto più difficile lavare i piedi al proprio immediato subalterno piuttosto che a qualche sconosciuto. Per non parlare del fatto che la lavanda "dei poveri" è fatta sotto gli occhi della telecamera e con le lacrime di finta commozione dei commenti dei giornalisti prezzolati.

Infatti Bergoglio maltratta i suoi collaboratori. Muller ci ha informato di come il papa abbia licenziato in malo modo dei preti che non gli piacevano, ed è noto il diniego di Francesco di rispondere ai dubbi che qualche cardinale gli ha formulato in relazione alle sue gesuitiche novità e riscritture del Vangelo. Più facile lavare i piedi ad un emigrante che poi viene sbolognato alla Caritas e non si fa più vedere piuttosto che al Cardinal Burke che gli chiede conto di "Amoris Laetitia".

Bergoglio si sente troppo importante per fare il successore di Pietro e il lavoro noioso del papa. Preferisce mostrarsi come profeta, innovatore,  rivoluzionario strumento dello Spirito. Alla fine in cosa consistono le sue profezie? Si tratta dell'ideologia che andava di moda negli anni Settanta nei collegi dei gesuiti sudamericani: teologia della liberazione, marxismo for dummies condito con qualche citazione evangelica o dal libro dell'Esodo, qualche teologo europeo di moda nel secondo dopoguerra, che probabilmente non ha mai nemmeno letto, ma si è fatto spiegare dai suoi collaborari come Tucho Fernandez, il suo pupillo teologo autore del fondamentale trattato sull'arte di baciare e ghost writer di Amoris Laetitia.

Alla fine qual è il risultato? lo squallore del papato contemporaneo, la fuga di massa dei fedeli dalla chiesa che tenta di inseguire il mondo, il degrado dei vertici della chiesa.

Qual è la nota positiva? Mai come oggi si è consapevoli della crisi della chiesa, anche se i vescovi fanno di tutto per nasconderla. Se il prossimo papa sarà una persona seria, che crede nel vangelo e non nelle glosse dei teologi contemporanei e celebra la liturgia in spirito e verità, e non come vorrebbero i liturgisti postconciliari, avrà davanti a sè un lavoro immenso da compiere, ma anche molti laici disposti a seguirlo, non come un superpope o un salvatore, ma con rispetto e spirito critico.