sabato 26 agosto 2017

Maometto radicale e musulmani moderati

Nel post precedente ho parlato delle vere motivazioni che spingono un giovane musulmano a diventare un martire di Allah, che secondo la definizione coranica è colui che uccide ed è ucciso mentre combatte gli infedeli. Costui va diritto in paradiso, anche se nella sua vita prima del martirio ha infranto tutte le regole di Allah e del profeta. I dirottatori delle torri gemelle prima dell'attentato hanno bevuto e si sono dati ai divertimenti del corrotto occidente, perché sarebbero andati comunque in paradiso.

Motivazioni che non vengono mai approfondite nei media, e che le dichiarazioni dei politici offuscano costantemente. Anche papa Francesco, nelle sue reticenti dichiarazioni, parla di violenza cieca e si guarda bene dal collegarla con l'islam. Eppure è la lettura del Corano e l'esempio del profeta che spinge questi giovani a diventare martiri di Allah. Non è una lettura particolarmente estremistica, è solo una interpretazione letterale e storica, nel senso che il giovane legge il Corano, legge la vita di Maometto e agisce come avrebbe agito un guerrriero di Maometto (o dei califfi ben guidati) nel VII  secolo, all'epoca d'oro dell'espansione dell'islam.

Ma i musulmani odierni, la massa dei musulmani pacifici, cosa ne pensa?
Occorre distinguere i musulmani "laici" dall'islam e dai loro imam. In occidente gli imam presentano agli infedeli un islam che non esiste nella realtà, cioè edulcorano e mistificano sitematicamente gli episodi della vita di Maometto che hanno ispirato i martiri.Nei paesi islamici invece è più facile vedere l'islam all'opera per quello che è. Qual è la differenza fra le leggi dell'isis e quelle dell'Arabia Saudita? Nessuna. Le leggi sono le stesse, l'ethos è il medesimo. La differenza è che in AS l'islam è perfetto, imposto dalla legge, sancito dallo stato, e accettato dalla comunità internazionale. Nell'isis (o in ciò che resta o voleva diventare) lo stato islamico era ancora da imporre con la forza, come fece Maometto a suo tempo quando impose l'islam in Arabia.

I martiri terrorizzano? Anche Maometto terrorizzava
I martiri uccidono senza pietà? Anche Maometto uccideva senza pietà.

In un'occasione il profeta  ha partecipato allo sgozzamento preventivo di 900 ebrei a Medina che temeva potessero minare il suo potere. Le donne schiavizzate e violentate, i bambini pure schiavizzati. Lo schiavismo è una costante nella storia dell'islam, rispetto al quale lo schiavismo europeo impallidisce (e peraltro, da chi li compravano gli schiavi gli europei?), anche perché lo schiavismo è sancito dal Corano e dall'esempio di Maometto, quindi buono.

Si potrebbe continuare con gli esempi negativi tratti dalla vita di Maometto e dal Corano, strettamente correlati.

Ma il punto a cui volevo arrivare è un altro: Se l'islam è violento, perché non tutti i musulmani lo sono?

Non tutti i musulmani conoscono a fondo l'islam. Il Corano, per fortuna, è in arabo classico che quasi nessuno capisce.  I più pacifici prendono solo quello che sembra loro più utile, e trascurano le parti violente. Altri non hanno voglia di lottare per l'islam, anche se in cuor loro auspicano che prima o poi l'islam domini la società. Purtroppo nei paesi musulmani, tutte le volte che è stata data ai popoli la possibilità di esprimersi, ha prevalso la voce dell'islam, cioè della supremazia del musulmano sul non musulmano. Le primavere arabe ne sono la dimostrazione.

Torniamo al punto iniziale,  La religione islamica è basata sull'esempio di Maometto, che oggi sarebbe immediatamente classificato come terrorista. Le dottrine islamiche sono confuse e contraddittorie. L'unica cosa in cui l'islam riesce bene è nella propaganda e nel convincere i propria adepti, educati fin da piccoli, che l'islam è la sola vera religione, che è peccato criticarla e che il cristianesimo non va neanche preso in considerazione.

I cristiani dovrebbero fare lo sforzo di studiare l'islam imparare a rispondere alle obiezioni islamiche (sono sempre le stesse e molto banali) e a controbattere alle dottrine islamiche e alla vita di Maometto. Non devono dare retta a papa Francesco, ai vescovi a lui allineati e ai tanti politici e intellettuali che presentano l'islam come religione pacifica che si evolverà naturalmente verso la pace e la tolleranza. Non è così, poiché ha come modello perfetto Maometto, le cui gesta sono le stesse di coloro che sono in guerra perpetua con gli infedeli.

Qual è l'obiezione classica e politicamente corretta? Anche la Bibbia è violenta, nell'Antico Testamento ci sono episodi di distruzione di città e massacri.
La risposta è semplice: prima di tutto ciò non toglie che il Corano sia violento, ma soprattutto gli episodi del popolo di Israele sono storicizzati e riferiti a quel momento particolare. E' la guerra presso quelle civiltà antiche, non sono esemplari. Mosè o Giosuè non sono esempi di vita, neppure per gli ebrei. Sono uomini di cui Dio si è servito, non modelli da seguire.  La Bibbia riporta le storie di Israele e ne dà un'interprezione religiosa e provvidenziale, cioè che Dio guidava il suo popolo. In nessun modo le gesta degli antichi ebrei sono un modello assoluto da ripetere in ogni tempo. Non lo fanno gli ebrei e tantomeno i cristiani.

Il Corano invece è legge eterna, e soprattutto Maometto è il modello perfetto. Questo sfugge a molti occidentali: Maometto è perfetto, è da imitare. Se Maometto ordina di uccidere con l'inganno la poetessa che fa satira su di lui, allora i terroristi possono giustamente uccidere i vignettisti che fanno satira su Maometto. Se Maometto sgozza gli infedeli che non si sottomettono all'islam, allora anche gli jahdisti possono farlo. Se Maometto, su comando di Allah nel Corano, ordina di amputare gli arti, accecare e crocifiggere, allora i guerrieri dell'isis che si ispirano al modello perfetto e al libro indefettibile possono amputare, accecare e crocifiggere. Ed è quello che fanno.

I musulmani moderati, brave persone, prendono ciò che vogliono dall'islam per vivere in pace. I musulmani che invece leggono tutto il Corano e prendono sul serio la vita di Maometto finiscono per fare la guerra. I musulmani moderati criticano i "radicali" perché di fatto imitano Maometto, ma non osano, non vogliono criticare Maometto. Se lo facessero crollerebbe la religione. Preferiscono mentire  (a se stessi?) e agli altri dicendo che Maometto era pacifico, misericordioso, gentile, pieno di qualità umane. Le fonti originali (islamiche) ci danno però un quadro diverso, più vicino all'islam dei "martiri".

Purtroppo chi dovrebbe aiutare i musulmani a guardare con occhio critico alla propria religione non lo fa. Preferisce parlare di ponti, di ciò che unisce, di quanto è gentile Maometto e quanto è misericordioso Allah, quanto è saggio e poetico il Corano. Invece di dire la verità e rendere libero chi è schiavo, gli si oliano le catene per non dargli dispiaceri con verità scomode, sperando che si evolva da sè. Ma ciò non avverrà mai, se nessuno ha il coraggio di dire la verità su Maometto e sul Corano. E la cosa grave è che sono i "pastori" i primi a dare questa controtestimonianza cristiana e civile.

sabato 19 agosto 2017

Non terroristi, ma martiri

Il terrorismo islamico è una realtà anche in occidente: dove ci sono comunità di musulmani, una parte di loro decide di porre fine alla propria vita morendo in un attacco suicida. Perché lo fanno?

Spesso questi musulmani hanno condotto una vita non in linea con i precetti dell'islam: si divertono, fanno uso di droghe, conducono una vita promiscua. Sono cattivi musulmani.
Hanno però una cosa chiara: l'islam è la vera religione, i precetti di Allah e del suo messaggero sono da rispettare e la ricompensa per una vita di sottomissione alla legge di Allah è il paradiso. Si può essere cattivi musulmani (come si può essere cattivi cristiani o cattivi ebrei) però allo stesso tempo credere che la propria religione sia perfetta e andrebbe seguita.

Perché allora si danno al terrorismo e si suicidono compiendo attentati, posto che il suicidio è proibito dall'Islam?

Dal loro punto di vista non è suicidio, pur essendo sicuri che moriranno nell'azione.

Vorrei elencare di seguito quali sono i passaggi logici di uno che muore uccidendo infedeli. Anticipo che il martirio islamico è la via maestra per arrivare in paradiso. Anticipo anche che il martirio islamico, a parte il nome, non ha niente in comune con il martirio in senso cristiano.

Così ragiona un islamico che sceglie la via del martirio:
  1. L'islam è la vera religione, la sharia, cioè la legge di Allah, è data agli uomini come via e percorso verso il paradiso, di cui ne è la ricompensa.
  2.  La sharia è estremamente difficile da seguire, prevede molti precetti concepiti nel VII secolo e una società organizzata per seguirla. E' un sistema totalitario, bisogna essere come minimo in Arabia Saudita per poterlo seguire oggi, di certo non in Europa o in un paese non islamico. Pregare 5 volte al giorno, donne velate e sotto tutela, prescrizioni alimentari, paranoia generalizzata, polizia religiosa... forse in una società così, talmente retrograda da creare l'atmosfera dell'Arabia nel VII e VIII secolo (per i musulmani l'età dell'oro), è possibile essere buoni musulmani.
  3. Ora, chi non compie questi precetti è un cattivo musulmano. I cattivi musulmani provocano l'ira di Allah, che è tremenda. Non solo gli infedeli andranno all'inferno, che nel Corano è presente in ogni pagina, ma anche gli "ipocriti", cioè i musulmani che non rispettano i precetti di Allah. I musulmani hanno di Allah un terrore reale. Non è un padre, ma un tiranno che scaglia e maledice chi non segue i suoi precetti. Allah è misericordioso con chi segue i precetti suoi e del suo messaggero, ma odia chi non li segue, cioè odia tutti i non musulmani e i musulmani che non seguono i precetti. E' un punto di fondamentale differenza con la rivelazione ebraico-cristiana.
  4. Un giovane musulmano europeo è consapevole che andrà all'inferno. La sua vita, che scimmiotta la vacuità dei suoi coetanei occidentali, non porta a nulla. Non è un buon musulmano, vorrebbe esserlo, ma non potrà mai diventarlo.
  5. C'è una via d'uscita. Il martirio. Nell'islam chi muore in battaglia è sicuro che andrà in paradiso. Tutti i peccati e le trasgressioni sono immediatamente cancellati,
  6. Il Corano dice che darà una grande ricompensa a chi combatte per la causa di Allah, a chi uccide ed è ucciso ((9,111). Il martire musulmano non è un testimone della fede che si rifiuta di abiurare e viene ucciso per questo, ma è un combattente che muore uccidendo infedeli. 
  7. Chi sono gli infedeli? tutti i non musulmani e soprattutto i non musulmani che non si sottomettono all'islam. L'islam prevede tre categorie di uomini: i musulmani, cioè la razza padrona, i dhimmi, cioè la gente del libro, cristiani e ebrei sottomessi ed umiliati che pagano il pizzo mafioso per la "protezione", cioè diritti limitati e vita come cittadini di serie B da sfruttare economicamente, i non musulmani di qualunque tipo che non si sono sottomessi e contro il quali i musulmani sono in dovere di guerra perenne. 
  8. Morire mentre si uccidono questi ultimi è un merito che Allah ricompenserà con il paradiso, anche se nella vita precedente ci si è dati ai piaceri non in linea con la legge di Allah.
Ammazzare infedeli mettendo in conto di morire nell'azione non si tratta dunque di "violenza cieca", come ripete Bergoglio dopo ogni attentato, contribuendo all'offuscamento e all'incomprensione dei motivi per cui tanti musulmani si votano al martirio.

Molti  giovani musulmani offrano senza rimpianti a propria vita in sacrificio ad Allah e al suo profeta, seguendo l'insegnamento e l'esempio di vita di Maometto, per gettare nel terrore e nella paura gli infedeli, ucciderne il maggior numero e portare il caos nei loro paesi non musulmani, perché è la via maestra per il paradiso.
E gli altri musulmani? I moderati, i pacifici?
Una cosa è l'islam, un'altra i musulmani.  Ne scriverò in seguito.


giovedì 17 agosto 2017

Papa Francesco e l'avvenire della Chiesa

Sembra che papa Francesco abbia dichiarato che "l'avvenire della chiesa è più intorno alla parola di Dio che intorno all’eucarestia", e questa affermazione sta disturbando molti cattolici.
Io in proposito ho dei sentimenti contrastanti, e spiego perché:

  • Innanzitutto osservo che Bergoglio, nella sua incertezza teologica (per usare un eufemismo), come al solito si contraddice. Da un lato si atteggia a paladino del concilio Vaticano II, dall'altro la sua affermazione va contro una delle più celebri sentenze conciliari, e cioè che l'eucarestia è fonte e culmine della vita cristiana.
  • Il suo alter ego, il generale dei gesuiti Sosa, che è un clone di Bergoglio solo più snob e probabilmente un po' più istruito (e quindi articola meglio i suoi errori), ha detto che le parole di Gesù sono del tutto opinabili perché all'epoca non c'era il registratore.
  • In realtà l'affermazione di Francesco, intesa in senso cronologico e missionario, non sarebbe di per sè erronea, peccato che il papa l'abbia vanificata con le sue precedenti esternazioni. La fede nasce dall'ascolto della Parola, è vero che il primo passo da fare è l'evangelizzazione, cioè la predicazione del Vangelo, cioè della Parola. Bergoglio però ha detto più volte che il proselitismo è stupido e ha anche affermato che il mandato di Cristo di andare per il mondo, predicare e battezzare, può essere paragonato alla guerra santa che Maometto ha comandato ai suoi adepti. Ci si chiede allora: a quale parola pensa il papa ?
  • L'altro errore di Bergoglio è di contrapporre parola di Dio ed Eucarestia. Sono due mezzi di salvezza, non ha senso sminuire l'uno o l'altro. La Chiesa non ha mai contrapposto Vangelo e Sacramenti. Il papa deve smetterla di atteggiarsi a profeta che trova soluzioni nuove e sorprese ispirate dallo spirito. E' evidente che non ha nessun carisma di quel tipo. 
  • Il compito del papa non è quello di tirare fuori conigli dai cilindri, ma quello di costuire una remora contro le deviazioni della chiesa. Il papa non è un profeta, il ministero di Pietro è di confermare nella fede, non rinnovarla. Il ministero di Paolo (e il papa è successore anche di Paolo) è di trasmettere ciò che lui stesso ha ricevuto, cioè la fede apostolica. Ora, il problema che mi pongo è: che cosa ha ricevuto Jorge Mario Bergoglio?





mercoledì 16 agosto 2017

Evangelici e cattolici: Islam e missione

Di recente ho scoperto una serie di video su Youtube, fatti da evangelici americani, su islam e cristianesimo.

In particolare ho seguito alcuni dibattiti tenuti da un cristiano evangelico americano, David Wood, che si confronta con imam e teologi islamici sui punti di differenza fondamentali fra religione musulmana e cristianesimo.Sono rimasto molto colpito dalla competenza e dalla serietà di questo evangelico, dalla storia personale molto interessante, che dibatte e discute in maniera forte ma fondamentalmente rispettosa con la controparte islamica. I musulmani che dibattono con lui, ancorché preparati secondo i canoni dell'islam, a mio parere perdono sistematicamente.

E' interessante notare che il Corano e Maometto si pongono come antitesi del Vangelo e di Gesù Cristo. Non è un punto di vista diverso, è il contrario. Non è che col tempo, evolvendosi e purificandosi dagli estremisti (e per papa Francesco anche il cristianesimo ha i suoi terroristi che impediscono il "dialogo"), l'islam arriverà a dire le stesse cose del cristianesimo, e che il Corano e il Vangelo  (o la Bibbia) dicano circa la stessa cosa.

Il Corano riporta in modo approssimativo il Vangelo, ma ne sa abbastanza per negarne i punti fondamentali, cioà l'incarnazione del Verbo, sostituita dalla discesa  Corano come Verbo eterno  e increato di Allah fattosi libro, e la redenzione, sostituita da Maometto con la beffarda sostituzione di Gesù sulla croce che avrebbe fatto Allah con Giuda, ingannando anche i primi discepoli, e dalla autoesaltazione di Maometto stesso, che si presenta come guida e modello dei credenti.

A questo sono da aggiungere le molte contraddizioni, ambiguità e assurdità presenti nel Corano che David Wood ha studiato con serietà, andando alle fonti antiche e non alle versioni edulcorate che i propagandisti islamici e gli studiosi occidentali politically correct hanno fatto e stanno facendo dell'islam.

Questo ad esempio è il primo di una serie, di pochi minuti ciascuno, su perché un cristiano dovrebbe studiare l'islam (oltre a naturalmente la propria fede, per saperne dare le ragioni, come scritto nella Prima Lettera di Pietro) e su quali sono le basi dell'islam:



Ma non è sui contenuti che mi voglio soffermare, ma su un altro punto, e cioè la differenza fra evangelici e cattolici. I primi evangelizzano, i secondi dialogano.

Cosa dice il papa a proposito di una delle questioni  più rilevanti dell'islam, cioè la Jhad, vale a dire i dovere di conquista e lotta per la diffusione e la supremazia dell'islam?
"L’idea di conquista è inerente all’anima dell’islam, è vero. Ma si potrebbe interpretare, con la stessa idea di conquista, la fine del vangelo di Matteo, dove Gesù invia i suoi discepoli in tutte le nazioni"

Cioè per papa Francesco il comando evangelico  e la spada dell'islam sono circa la stessa cosa.

E nella sua "Esortazione Apostolica" Evangelii Gaudium Bergoglio aveva affermato, contraddicendo le fonti originali dell'Islam (il corano, gli hadit e le vite di Maometto) che:
" il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza"

Siamo alle solite: il papa, nella sua estrema superficialità e incompetenza, sia dell'islam che del cristianesimo, degrada la missione cristiana a violenza, e allo stesso tempo esalta l'islam, che è la negazione stessa del Vangelo e del cristianesimo.

Da questo punto di vista sono meglio gli evangelici. Almeno sono cristiani. Almeno credono nel Vangelo. Almeno sono persone serie che si mettono a studiare l'islam e che sanno di cosa parlano.



lunedì 14 agosto 2017

Superpope?

Leggo questa deprimente notizia, cioè che la Santa sede ha dato la licenza, per sovvenzionare l'Obolo di San Pietro, per la stampa di magliette con l'immagine di Francesco come "superpope", con il solito seguito di retorica sul papa della gente e così via.

Nel corso di questo pontificato il Vaticano  ha già affittato la Cappella Sistina alla Porsche per fare ricevimenti di extralusso, ha proiettato scimmie e cammelli sulla facciata di San Pietro, affitta ai grandi marchi le facciate delle chiese in restauro a Roma.


Oltre a colpire per l'avidità, la notizia è deprimente per un altro motivo, più grave. La maglietta esprime bene l'idea degradata del papato contemporaneo.Il papa supereroe (con la patetica valigetta nera e gli scarponcini neri) innanzitutto celebra sè stesso, non celebra il ministero di Pietro né tantomeno Gesù Cristo. Superpope vuole rivolgersi a tutti come icona pop. Ma il papa non si deve presentare al mondo come un eroe, un salvatore. Il papato è un umile ministero cristiano, con il compito di confermare nella fede, non di pavoneggiarsi al mondo, oltretutto per dire le stupidaggini da incompetente che dice Bergoglio, corrette dal suo stesso segretario di stato.

Credo che ci sia un simbolo che esprime bene l'errore di fondo di papa Francesco: la Lavanda dei Piedi.

Anziché compiere l'umile servizio di lavare i piedi dei suoi più stretti collaboratori, Superpope ha deciso, contro le regole liturgiche della chiesa, di lavare i piedi a uomini e donne di ogni condizione. Non si tratta di un gesto umile, ma di un gesto presuntuoso. Nel medioevo erano i ricchi e gli aristocratici che lavavano i piedi ai poveri negli ospizi, ma almeno avevano il buon gusto di farlo di nascosto, incappucciandosi. La lavanda dei piedi che invece compivano (e compiono) i vescovi e i preti riguarda i loro collaboratori e confratelli, ed è molto più difficile lavare i piedi al proprio immediato subalterno piuttosto che a qualche sconosciuto. Per non parlare del fatto che la lavanda "dei poveri" è fatta sotto gli occhi della telecamera e con le lacrime di finta commozione dei commenti dei giornalisti prezzolati.

Infatti Bergoglio maltratta i suoi collaboratori. Muller ci ha informato di come il papa abbia licenziato in malo modo dei preti che non gli piacevano, ed è noto il diniego di Francesco di rispondere ai dubbi che qualche cardinale gli ha formulato in relazione alle sue gesuitiche novità e riscritture del Vangelo. Più facile lavare i piedi ad un emigrante che poi viene sbolognato alla Caritas e non si fa più vedere piuttosto che al Cardinal Burke che gli chiede conto di "Amoris Laetitia".

Bergoglio si sente troppo importante per fare il successore di Pietro e il lavoro noioso del papa. Preferisce mostrarsi come profeta, innovatore,  rivoluzionario strumento dello Spirito. Alla fine in cosa consistono le sue profezie? Si tratta dell'ideologia che andava di moda negli anni Settanta nei collegi dei gesuiti sudamericani: teologia della liberazione, marxismo for dummies condito con qualche citazione evangelica o dal libro dell'Esodo, qualche teologo europeo di moda nel secondo dopoguerra, che probabilmente non ha mai nemmeno letto, ma si è fatto spiegare dai suoi collaborari come Tucho Fernandez, il suo pupillo teologo autore del fondamentale trattato sull'arte di baciare e ghost writer di Amoris Laetitia.

Alla fine qual è il risultato? lo squallore del papato contemporaneo, la fuga di massa dei fedeli dalla chiesa che tenta di inseguire il mondo, il degrado dei vertici della chiesa.

Qual è la nota positiva? Mai come oggi si è consapevoli della crisi della chiesa, anche se i vescovi fanno di tutto per nasconderla. Se il prossimo papa sarà una persona seria, che crede nel vangelo e non nelle glosse dei teologi contemporanei e celebra la liturgia in spirito e verità, e non come vorrebbero i liturgisti postconciliari, avrà davanti a sè un lavoro immenso da compiere, ma anche molti laici disposti a seguirlo, non come un superpope o un salvatore, ma con rispetto e spirito critico.



lunedì 31 luglio 2017

Papa Francesco e il martirio

"Ricordiamo oggi P. Jacques Hamel che, insieme a tanti altri martiri del nostro tempo, ha speso la sua vita al servizio degli altri."

Questo è ciò che ha detto papa Francesco per ricordare il sacerdote ucciso da due militanti islamisti nella parrocchia francese

Martire del nostro tempo? Perché non dire martire per la fede, ucciso perché cristiano. Martire del nostro tempo non significa nulla.

Ha speso la sua vita a servizio degli altri? E' vero, ma parziale. E' un prete, non un sindacalista o una guida scout. Un sacerdote spende la sua vita a servizio di Dio, predicando il Vangelo agli uomini, anche ai musulmani, che hanno bisogno di ascoltare il Vangelo (e non il Corano), come tutti gli uomini. Ma per Bergoglio il proselitismo è una sciocchezza.

Bergoglio non dice perché e da chi padre Hamel è stato ucciso.

E' stato ucciso da due martiri islamici, che seguendo il Corano, hanno cercato la via di Allah uccidendo e venendo uccisi, guadagnando così il paradiso islamico (Corano 4,74)

Padre Hamel è stato ucciso perchè prete cristiano, da due musulmani che hanno trovato nel Corano la giustificazione per l'atto violento, perché Allah è più grande, e perché morendo durante l'azione, secondo il Corano, diventano martiri e vanno diretti in paradiso, dove avranno a disposizione le famose vergini  e potranno bere vino in continuazione senza avere mal di testa. (Corano cap 56)

Se papa Francesco dicesse il vero motivo per cui padre Hamel è stato martirizzato e confutasse la falsa religione che spinge tante persone al suicidio-omicidio, in nome di una falso profeta e un falso dio, renderebbe servizio alla verità e al suo ministero. Non lo fa perché teme l'impopolarità, come è successo a Benedetto XVI, che a Ratisbona ha detto la verità sull'islam, e poco dopo ciò che ha detto è stato ulteriormente verificato dalla nascita dello Stato Islamico dell'Isis, a cui aderivano gli assassini del sacerdote. Non solo Bergoglio teme l'impopolarità, ma sarebbe in contrasto con la nuova religione che si è costruito, composta da tante verità contraddittorie e da tante religione più o meno tutte uguali.

Questo papa viene meno al primo compito di un papa, che è quello di confermare nella fede. E' un papa inutile, un pessimo papa. Se avesse un minimo di senso di responsabilità si sarebbe dimesso da tempo, ma non lo ha. Troppo narcisista e demagogo per vedere il risultato dei suoi discorsi raffazzonati e improvvisati. Troppo ignorante e presuntuoso per capire dove sta portando la chiesa con le sue "novità" e la sua guida.

mercoledì 19 luglio 2017

Il coro di Ratisbona e Vatican Insider

A proposito della vicenda delle accuse di violenza e pedofilia nel coro di Ratisbona, Tornielli ha scritto un articolo imbarazzato in cui prende le difese dei Ratzinger, e accusa chi "strumentalizza" la vicenda.

Peccato che su Vatican Insider, nell'articolo di Salvatore Cernuzio, si riportano anche le accuse a Muller da parte della Collins quando era alla CDF, legando le due vicende:

" aver fatto poco per la lotta alla pedofilia in Vaticano, anzi, a volte di aver intralciato il lavoro del team istituito da Papa Francesco. Ed anche su questa vicenda Müller era stato accusato di mala gestione, nonostante sette anni fa avesse ammesso pubblicamente i crimini. "

Cioè, Muller ha ammesso i crimini? Quali crimini, quelli di pedofilia? Li ha commessi lui?
L'articolo è ambiguo e insinuante.

Di Georg Ratzinger si dice che non era in carica all'epoca delle violenze sesssuali, però si riportano le accuse di non dire la verità e di non avere fatto nulla per fermare le violenze, come se fosse coinvolto, aggiungendo che:

"In ogni caso non è Georg Ratzinger il principale accusato della vicenda."
Da cui sembra che sia stato comunque connivente.

La conclusione?
"Quello pubblicato oggi che mostra il volto più orribile del coro che, con oltre mille anni di storia, è probabilmente il più antico del mondo. "

Invece Tornielli afferma nel suo articolo:

"Ma l'associazione di quel nome (Ratzinger) agli abusi sessuali nei titoli (seppur formalmente corretti) dei media sembra suggerire una qualche sua responsabilità negli abusi stessi. Responsabilità che invece non c'è. "

La critica andrebbe rivolta a Vatican Insider, che non solo nei titoli, ma nella sostanza e nelle immagini scelte non si limita a informare, ma dà una chiave interpretativa della vicenda, la peggiore possibile sia per Muller che per Ratzinger.

Riporto il titolo di Vatican Insider sulla vicenda:

"Ratisbona, 547 bambini del coro del Duomo vittime di abusi
Il rapporto finale presentato dall’avvocato Ulrich Weber e divulgato dai media tedeschi: 49 colpevoli sono stati identificati. Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI, fu direttore dell'ensemble per trent'anni. Il legale: «Lui sapeva e ha chiuso gli occhi»


Per Tornielli, chiedersi perché tanta scorrettezza informativa nei confronti di Muller (appena licenziato in malo modo) e Ratzinger da parte di un sito specializzato in Vaticano e portavoce semiufficiale del papa è "patetico". Nel blog  di Tosatti  ci sono molti commenti sopra le righe, ma trovo molto più grave il giornalismo fazioso e maramaldeggiante  di Vatican Insider che l'ingenuo complottismo apocalittico di alcuni commentatori di questo blog.